Non procede, dunque, sotto i migliori auspici la vendemmia nel Belpaese, da più parti già avviata, e per il settore si prospetta un momento difficile.
"Di solito – spiega Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini, la prima azienda vinicola italiana per dimensioni – si è pagato di più le uve che non il vino finito. Quest'anno sta accadendo l'opposto e questo denota la difficoltà e il pessimismo con cui gli operatori stanno affrontando il difficile momento. I prezzi delle uve scendono in maniera variabile: per esempio, il prezzo delle uve del Bardolino calerà meno del 10%, quello delle uve della Valpolicella molto di più. Bassissimo anche l'entusiasmo dei compratori storici, e questo naturalmente riflette la situazione pesante di mercato ma anche la difficile situazione finanziaria di molte realtà produttive".
"E' davvero un "momentaccio" – continua Pedron – ma quello che mi dispiace di più è che, da un lato, il sacrificio più grosso sarà a carico dei produttori di uva, e dall'altro che questa corsa al ribasso non favorirà margini di investimento per il mercato, ma soltanto un ulteriore abbassamento del prezzo della bottiglia, che farà diminuire, al contempo, il prestigio di molte tipologie, conquistato con grande fatica. Ho sentito parlare del prezzo delle uve della Doc Bolgheri che starebbe a 20 centesimi al chilo. E' un fatto molto negativo. Per non parlare di discese del prezzo delle uve tanto pesanti, che molto probabilmente costringeranno coltivatori a cessare la loro attività il prossimo anno. Noi del Gruppo Italiano Vini – conclude Pedron – se le uve saranno pagate di meno, useremo quella differenza in meno per cercare di costruire il mercato per domani".
I prezzi delle uve sono segnalati in calo generalizzato un po' in tutta Italia e, come elemento di ulteriore criticità, sembrerebbe in atto un deciso ridimensionamento, se non una scomparsa, della domanda dai soggetti che abitualmente hanno animato il mercato delle uve.
Secondo i dati raccolti da <www.winenews.it, il calo dei prezzi nella migliore delle ipotesi si attesta su un 10% sul 2008. E' il caso per esempio delle uve trentine per le basi spumante. Situazione altrettanto difficile in Toscana, dove, benché ancora presto per determinare il prezzo delle uve rosse destinate alle denominazioni più importanti, l'elemento di maggiore preoccupazione arriva proprio dalla immobilità del mercato. Le stime indicano per una buona partita di uve Vermentino della Maremma un prezzo che si aggira sui 70 euro al quintale, nel 2008 poteva arrivare anche a 100-110 euro al quintale. Un quintale di uva Igt Toscana Sangiovese e/o Merlot e/o Cabernet Sauvignon, proveniente sempre dalla costa, viaggia sui 30-40 euro al quintale, nel 2008 spuntava un prezzo di 60-70 euro al quintale. Scendendo più a sud, e precisamente in Puglia, 20 sono gli euro che occorrono per acquistare un quintale di Chardonnay (nel 2008 ce ne volevano 30). In Sicilia, una partita di uve pregiate (Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah) costa 30-35 euro al quintale, nel 2008, invece, 45-50 euro. Bassissimi i prezzi delle uve meno pregiate come il Grecanico, che si può trovare a 10 euro al quintale, o lo stesso Nero d'Avola, acquistabile con 20-25 euro al quintale. Un'unica eccezione a questa corsa al ribasso sembra essere rappresentata dal Prosecco: il prezzo delle uve destinate alla Doc è stabile a 50 euro al quintale, come nel 2008. Le uve Prosecco destinate alla Docg (Conegliano e Valdobbiadene) costano 100 euro al quintale come nel 2008.