BETTOLLE. (e. c.) Sono passati 142 anni, ma il ricordo dell’arresto di Garibaldi a Sinalunga è ancora vivo nella memoria della Valdichiana dove il generale si adoperò per quasi due mesi per reclutare i volontari del suo esercito e scacciare i francesi da Roma con l’aiuto delle numerose società di mutuo soccorso toscane di cui era presidente. Arrivò a Sinalunga il pomeriggio del 23 settembre, all’alba del giorno seguente progettava di raggiungere le sue truppe a Orvieto ed entrare nello Stato Pontificio ma fu arrestato dai carabinieri, su ordine di Urbano Rattazzi, nell’abitazione del medico che l’ospitava. E dal cui balcone salutò la folla pronunciando la famosa invettiva “O Roma o morte”. L’episodio rimane famoso anche per un chiassoso banchetto con ben 11 portate dal quale però Garibaldi si ritirò precipitosamente preferendo comporre musica.
Il Generale era astemio, e curava i reumatismi, in fase avanzata, con una pappina rossa prescrittagli da un medico genetista conosciuto in Sud America. Dalla storia, attraverso una curiosa novella dedicata alla tumultuosa giornata sinalunghese dall’autore di un libro che collega alcuni piatti toscana a grandi personaggi, Angelino Berti ha ricavato una marmellata più unica che rara, a base di barbabietola rossa e finocchio sostituendo la radice amara con lo zenzero. Morigeratissimo a tavola, il generale ricavava salute ed energia da questa marmellata, si appoggiava al bastone e spesso in battaglia si spostava con la portantina per i dolori causati dall’artrosi e la ferita di Aspromonte curata nelle terme di Rapolano in quei giorni. Il suo valletto, Maurizio, racconta che sul treno che lo portava nella prigione di Vigevano verso Empoli tentò di lenire i dolori e l’amarezza con quella gustosa marmellata. Che Angiolino Berti, lo chef del Teatro del Gusto di Bettolle, ha trasformato in una delle sue 170 marmellate tradizionali e fusion, un record da Guinness, dedicate alla salute, al piacere, alla nuova cucina e anche ai grandi personaggi della storia. Ma con una variante: lo zenzero al posto della radice amara che in cottura perdeva la sua struttura molecolare.
“Lo zenzero ha proprietà antibatteriche formidabili, è celebrato nel suo trattato sulla medicina da Ippocrate e gli Stati Uniti l’hanno inserito fra i 10 alimenti più importanti per la prevenzione del cancro”, spiega Angiolino Berti che ricorderà nella sua bottega colui che “grazie a questa marmellata divenne l’eroe dei Due Mondi” come si legge in una locandina celebrativa che ha creato grandissima curiosità per un personaggio ancora molto popolare nei borghi toscani.
Il Generale era astemio, e curava i reumatismi, in fase avanzata, con una pappina rossa prescrittagli da un medico genetista conosciuto in Sud America. Dalla storia, attraverso una curiosa novella dedicata alla tumultuosa giornata sinalunghese dall’autore di un libro che collega alcuni piatti toscana a grandi personaggi, Angelino Berti ha ricavato una marmellata più unica che rara, a base di barbabietola rossa e finocchio sostituendo la radice amara con lo zenzero. Morigeratissimo a tavola, il generale ricavava salute ed energia da questa marmellata, si appoggiava al bastone e spesso in battaglia si spostava con la portantina per i dolori causati dall’artrosi e la ferita di Aspromonte curata nelle terme di Rapolano in quei giorni. Il suo valletto, Maurizio, racconta che sul treno che lo portava nella prigione di Vigevano verso Empoli tentò di lenire i dolori e l’amarezza con quella gustosa marmellata. Che Angiolino Berti, lo chef del Teatro del Gusto di Bettolle, ha trasformato in una delle sue 170 marmellate tradizionali e fusion, un record da Guinness, dedicate alla salute, al piacere, alla nuova cucina e anche ai grandi personaggi della storia. Ma con una variante: lo zenzero al posto della radice amara che in cottura perdeva la sua struttura molecolare.
“Lo zenzero ha proprietà antibatteriche formidabili, è celebrato nel suo trattato sulla medicina da Ippocrate e gli Stati Uniti l’hanno inserito fra i 10 alimenti più importanti per la prevenzione del cancro”, spiega Angiolino Berti che ricorderà nella sua bottega colui che “grazie a questa marmellata divenne l’eroe dei Due Mondi” come si legge in una locandina celebrativa che ha creato grandissima curiosità per un personaggio ancora molto popolare nei borghi toscani.