di Roberto Cappelli
“Ed è proprio sulla proposta di nuovo disciplinare – continua Donella – che vorremmo confrontarci. Attualmente il Consorzio punta alla valorizzazione di vitigni autoctoni quali ‘Sangiovese’ (minimo 60%),’Foglia Tonda’, ‘Colorino’, ‘Canaiolo’ ‘Ciliegiolo”’ e altri vitigni internazionali riconosciuti dalla Regione Toscana. Allo studio la possibilità di aumentare l’invecchiamento per i vini creando una ‘Riserva’; inoltre, abbiamo proposto di aumentare la percentuale di sangiovese, 90% minimo nel nuovo disciplinare, con aggiunta di soli vitigni autoctoni. Avremmo quindi accanto alla esistente versione ‘Orcia’ rosso anche la denominazione ‘Orcia’ sangiovese. Vorrei sottolineare – continua la Presidente Vannetti- che nell’Orcia, alcuni produttori, senza obbligo del disciplinare, hanno autonomamente deciso di affrontare la sfida di un vino Orcia sangiovese in purezza. Scelta libera ma la sfida ci premia sia in Italia che all’estero”.
Nato nel 2000, il Consorzio del Vino Doc Orcia rappresenta un territorio vasto incastonato tra le prestigiose realtà del Brunello e del Vino Nobile di Montepulciano: 13 Comuni con una varietà pedologica tale da esprimere un’ampia diversità di caratteri nella produzione delle aziende associate. Ricordiamo: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, , Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia e Trequanda. Inoltre, parte dei comuni di Abbadia San Salvatore , Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena . Attualmente il Consorzio conta circa 40 aziende.