SIENA. Il sindaco di Suvereto, Giampaolo Pioli, è da oggi alla guida dell'associazione "Citta del Vino": lo hanno eletto i sindaci d'Italia a Castiglione di Sicilia nella "Convention di autunno".
"L'attuale crisi, seppur in grado di condizionare le attività di molte imprese vitivinicole, soprattutto le più piccole e meno strutturate, può comunque suggerire comportamenti e iniziative per valorizzare le qualità esclusive dei nostri territori. Di pari passo, la nuova Ocm, e la spinta verso minori produzioni ma di maggiore qualità, pur con i suoi limiti, deve poter sollecitare gli stessi territori ad elaborare, pubblico e privato insieme, nuove strategie per rispondere all'attuale momento di difficoltà", sottolinea il neo-presidente.
Per le Città del Vino, il primo obiettivo da raggiungere è quello di una maggiore coesione del mondo del vino italiano, favorendo l'incontro tra le imprese private e le istituzioni pubbliche nazionali e locali, con il comune obiettivo di sostenere gli interessi dei territori del vino italiani sui mercati nazionali e internazionali. Le risorse che l'Ocm mette a disposizione, devono poter essere impiegate perché i territori del vino possano sviluppare le tante risorse ancora inespresse, e, sul fronte della ricerca, occorre maggiore sostegno alle produzioni autoctone, aiutando imprese e consorzi, spesso unici soggetti ad investire in questo strategico settore, sia in termini di infrastrutture che di servizi, compatibilmente con lìambiente e le sue risorse.
"Il vino italiano deve sapersi distinguere sempre più non solo per la sua qualità, obiettivo oggi in gran parte raggiunto, ma soprattutto per la sua originalità e identificazione con il territorio – prosegue Pioli – l'omologazione dei gusti e delle produzioni non giova alla nostra viticoltura, né sul piano della qualità né su quello del mercato".
"L'attuale crisi, seppur in grado di condizionare le attività di molte imprese vitivinicole, soprattutto le più piccole e meno strutturate, può comunque suggerire comportamenti e iniziative per valorizzare le qualità esclusive dei nostri territori. Di pari passo, la nuova Ocm, e la spinta verso minori produzioni ma di maggiore qualità, pur con i suoi limiti, deve poter sollecitare gli stessi territori ad elaborare, pubblico e privato insieme, nuove strategie per rispondere all'attuale momento di difficoltà", sottolinea il neo-presidente.
Per le Città del Vino, il primo obiettivo da raggiungere è quello di una maggiore coesione del mondo del vino italiano, favorendo l'incontro tra le imprese private e le istituzioni pubbliche nazionali e locali, con il comune obiettivo di sostenere gli interessi dei territori del vino italiani sui mercati nazionali e internazionali. Le risorse che l'Ocm mette a disposizione, devono poter essere impiegate perché i territori del vino possano sviluppare le tante risorse ancora inespresse, e, sul fronte della ricerca, occorre maggiore sostegno alle produzioni autoctone, aiutando imprese e consorzi, spesso unici soggetti ad investire in questo strategico settore, sia in termini di infrastrutture che di servizi, compatibilmente con lìambiente e le sue risorse.
"Il vino italiano deve sapersi distinguere sempre più non solo per la sua qualità, obiettivo oggi in gran parte raggiunto, ma soprattutto per la sua originalità e identificazione con il territorio – prosegue Pioli – l'omologazione dei gusti e delle produzioni non giova alla nostra viticoltura, né sul piano della qualità né su quello del mercato".