di Enrico Campana
SIENA. Rammendati i grandi teli a nido d’ape, recuperato dalle cantine tutto l’armamentario (cassette, rastrelli, scale, forbici, etc), precettati parenti e amici (ma attenti alle norme, anche un aiuto fraterno per gli ispettori può diventare manodopera in nero), una volta avviata col bel tempo la raccolta delle olive, questa settimana aprono i 60 frantoi della Provincia di Siena. La consueta pre-season è stata la “Festa dell’Olio Novo” di Trequanda che si è proposta come un’autorità in materia con degustazioni, dibattiti, incontri,esperienze.
Nel territorio senese gli Olivicoltori Toscani Associati sono 2500, oltre quel 10 per cento rispetto i 20 mila regionali, che fanno capo al nuovo complesso di Cerbaia, Val di Pesa. Cerbaia è la sede amministrativa e anche dello stoccaggio dove i produttori associati conferiscono l’olio a prezzo convenzionato (IGP biologico 7 euro più IVA 4%, convenzionale 6 più IVA) che successivamente viene commercializzato attraverso vari canali, e venduto al minuto dentro il negozio stesso gestito dall’OTA con altri prodotti naturali del territorio.
Qui però ci si imbatte subito in una norma “stramba": l’olio non può essere venduto in confezioni maggiori ai 5 litri. Si contravviene infatti a una logica economica elementare (oltre al momento del paese, specie per quanto concerne una voce largamente a perdere di chi coltiva l’olivo). Scrive uno studio intitolato “Olio d’oliva la pace in cucina”: “L’olio è un alimento fisiologico per l’uomo, che ne fa uso tranquillamente da 3000 anni, e contiene solo 9 calorie per grammo”.
Ma venendo al labirinto delle norme, se quella sulla proibizione della vendita dell’olio sfuso è sacrosanta, per l’identificazione del produttore e della zona d’origine [la cosiddetta tracciabilità, in quanto l’”italico olio” è minato (commercialmente) dall’aggressione di greci e spagnoli e da alcuni paesi nordafricani per il costo della manodopera molto basso], nessuno mi sa spiegare perché mai non sia possibile acquistarne in quantità maggiore di 5 litri. E se vengo apposta da Bologna, Milano e Roma per acquistarne 30-50 litri per un fabbisogno annuale, abbinando anche la conoscenza del territorio e magari delle tecniche di produzione, devo farmi avanti-indietro il tragitto dalle 5 alle 10 volte?
Completata la panoramica, ricordando anche la figura “topica” dell’assaggiatore (sempre più rara perché la Provincia ha un proprio laboratorio d’analisi dentro l’assessorato all’agricoltura), ma tenuta in vita da gruppi spontanei, ad esempio l'Associazione Italiana Conoscere l'Olio di Oliva, fondata a Bettolle nel 1991 da Angiolino Berti e un gruppo di “accademici”, vediamo con Francesco Cannoni dell’OTA cosa ci riserva questa stagione.
C’è stato un calo o un aumento dei frantoi?
“No, siamo fermi a questo numero di impianti perché non ce n’è bisogno di nuovi, in quanto ciascuno si è creato la propria clientela e assorbe la maggior domanda con continui ammodernamenti”
Siamo su numeri importanti?
“Certamente fra i più alti, come qualità e produzione, anche se nel 2004-2005 con l’introduzione delle norme comunitarie non ci sono più i modelli F, per cui bloccati i contributi mancano cifre aggiornate negli anni seguenti”
Al momento della riforma, qual era il dato disponibile?
"Si trattava di 2.222.604 quintali di olive raccolte, per 35.989 litri d’olio considerando una resa media del 14,5 per cento”
I contributi sono stati bloccati o piuttosto cancellati?
"Il contributo permane in base alle dichiarazioni prodotte dal 1999 al 2002, non riguarda impianti successivi. O meglio, nel caso di nuovi impianti l’agricoltore può fare domanda al fondo di riserva nazionale”.
Un guaio, soprattutto se si vuole cercare di avviare i giovani imprenditori all’agricoltura, non crede?
“I giovani imprenditori possono fare domanda, sperando nella finanziabilità dei fondi comunitari europei che però sono limitati”
L’iscrizione all’OTA cosa garantisce al produttore?
“Servizi per piccole e medie imprese, ricerca, miglioramento e sviluppo della produzione, assistenza tecnica nel caso di malattie della pianta, sopralluoghi di esperti, convenzioni con i frantoi e naturalmente il conferimento dell’olio, per chi vuole, al frantoio di Cerbaia”
C’è una classificazione degli oli di maggior qualità in IPG, DOP e Biologico, che significa?
“Si tratta di tracciabilità e tecniche di coltivazione. L’Indicazione Protetta Geografica riguarda la regione, la Denominazione di Origine Protetta riguarda il territorio “Terre di Siena”, il biologico riguarda altri aspetti della cura della pianta e del prodotto, come il non uso di fertilizzanti chimici”
Previsioni per la quantità e la qualità?
“Per la produzione la stima riguarda un 30 per cento in meno, anche se si va da zona a zona. E per la resa, bisogna aspettare il responso del frantoio. La minor produzione è legata all’alternanza della produzione. Siamo nell’ambito di raccolto medio dopo l’ultima annata eccezionale, ma per l’effetto anche del clima sfavorevole nel periodo dell’allegagione, pioggie,venti, caldo, sbalzi di temperatura. Fortunatamente però come qualità l’annata non soffrirà per gli attacchi parassitari poco influenti”.
SIENA. Rammendati i grandi teli a nido d’ape, recuperato dalle cantine tutto l’armamentario (cassette, rastrelli, scale, forbici, etc), precettati parenti e amici (ma attenti alle norme, anche un aiuto fraterno per gli ispettori può diventare manodopera in nero), una volta avviata col bel tempo la raccolta delle olive, questa settimana aprono i 60 frantoi della Provincia di Siena. La consueta pre-season è stata la “Festa dell’Olio Novo” di Trequanda che si è proposta come un’autorità in materia con degustazioni, dibattiti, incontri,esperienze.
Nel territorio senese gli Olivicoltori Toscani Associati sono 2500, oltre quel 10 per cento rispetto i 20 mila regionali, che fanno capo al nuovo complesso di Cerbaia, Val di Pesa. Cerbaia è la sede amministrativa e anche dello stoccaggio dove i produttori associati conferiscono l’olio a prezzo convenzionato (IGP biologico 7 euro più IVA 4%, convenzionale 6 più IVA) che successivamente viene commercializzato attraverso vari canali, e venduto al minuto dentro il negozio stesso gestito dall’OTA con altri prodotti naturali del territorio.
Qui però ci si imbatte subito in una norma “stramba": l’olio non può essere venduto in confezioni maggiori ai 5 litri. Si contravviene infatti a una logica economica elementare (oltre al momento del paese, specie per quanto concerne una voce largamente a perdere di chi coltiva l’olivo). Scrive uno studio intitolato “Olio d’oliva la pace in cucina”: “L’olio è un alimento fisiologico per l’uomo, che ne fa uso tranquillamente da 3000 anni, e contiene solo 9 calorie per grammo”.
Ma venendo al labirinto delle norme, se quella sulla proibizione della vendita dell’olio sfuso è sacrosanta, per l’identificazione del produttore e della zona d’origine [la cosiddetta tracciabilità, in quanto l’”italico olio” è minato (commercialmente) dall’aggressione di greci e spagnoli e da alcuni paesi nordafricani per il costo della manodopera molto basso], nessuno mi sa spiegare perché mai non sia possibile acquistarne in quantità maggiore di 5 litri. E se vengo apposta da Bologna, Milano e Roma per acquistarne 30-50 litri per un fabbisogno annuale, abbinando anche la conoscenza del territorio e magari delle tecniche di produzione, devo farmi avanti-indietro il tragitto dalle 5 alle 10 volte?
Completata la panoramica, ricordando anche la figura “topica” dell’assaggiatore (sempre più rara perché la Provincia ha un proprio laboratorio d’analisi dentro l’assessorato all’agricoltura), ma tenuta in vita da gruppi spontanei, ad esempio l'Associazione Italiana Conoscere l'Olio di Oliva, fondata a Bettolle nel 1991 da Angiolino Berti e un gruppo di “accademici”, vediamo con Francesco Cannoni dell’OTA cosa ci riserva questa stagione.
C’è stato un calo o un aumento dei frantoi?
“No, siamo fermi a questo numero di impianti perché non ce n’è bisogno di nuovi, in quanto ciascuno si è creato la propria clientela e assorbe la maggior domanda con continui ammodernamenti”
Siamo su numeri importanti?
“Certamente fra i più alti, come qualità e produzione, anche se nel 2004-2005 con l’introduzione delle norme comunitarie non ci sono più i modelli F, per cui bloccati i contributi mancano cifre aggiornate negli anni seguenti”
Al momento della riforma, qual era il dato disponibile?
"Si trattava di 2.222.604 quintali di olive raccolte, per 35.989 litri d’olio considerando una resa media del 14,5 per cento”
I contributi sono stati bloccati o piuttosto cancellati?
"Il contributo permane in base alle dichiarazioni prodotte dal 1999 al 2002, non riguarda impianti successivi. O meglio, nel caso di nuovi impianti l’agricoltore può fare domanda al fondo di riserva nazionale”.
Un guaio, soprattutto se si vuole cercare di avviare i giovani imprenditori all’agricoltura, non crede?
“I giovani imprenditori possono fare domanda, sperando nella finanziabilità dei fondi comunitari europei che però sono limitati”
L’iscrizione all’OTA cosa garantisce al produttore?
“Servizi per piccole e medie imprese, ricerca, miglioramento e sviluppo della produzione, assistenza tecnica nel caso di malattie della pianta, sopralluoghi di esperti, convenzioni con i frantoi e naturalmente il conferimento dell’olio, per chi vuole, al frantoio di Cerbaia”
C’è una classificazione degli oli di maggior qualità in IPG, DOP e Biologico, che significa?
“Si tratta di tracciabilità e tecniche di coltivazione. L’Indicazione Protetta Geografica riguarda la regione, la Denominazione di Origine Protetta riguarda il territorio “Terre di Siena”, il biologico riguarda altri aspetti della cura della pianta e del prodotto, come il non uso di fertilizzanti chimici”
Previsioni per la quantità e la qualità?
“Per la produzione la stima riguarda un 30 per cento in meno, anche se si va da zona a zona. E per la resa, bisogna aspettare il responso del frantoio. La minor produzione è legata all’alternanza della produzione. Siamo nell’ambito di raccolto medio dopo l’ultima annata eccezionale, ma per l’effetto anche del clima sfavorevole nel periodo dell’allegagione, pioggie,venti, caldo, sbalzi di temperatura. Fortunatamente però come qualità l’annata non soffrirà per gli attacchi parassitari poco influenti”.