L'associazione contro le mafie sarà presente con eventi collaterali e con stand di prodotti di Libera Terra
Potremmo descriverlo come un giallo, come un pamphlet politico, come un saggio, come un’autobiografia e forse altro ancora.
Un giallo: del tipo del giallo americano dove si sa fin dall’inizio chi è l’assassino (dello sport) [il Coni e le federazioni sportive nazionali], i suoi complici [i medici alla Conconi, il CNR, i laboratori antidoping ecc.) e le coperture politiche e statali. Riuscirà il nostro eroe solitario ed emarginato a smascherare e sconfiggere un potere criminale così potente? I colpi di scena non mancano, alleati fidati cambiano casacca, combattenti puliti (atleti e allenatori) vengono emarginati ed epurati … e fino all’ultima pagina non si sa quale sarà l’esito.
Un pamphlet politico: Se, come si dimostra ampiamente, è il Coni in combutta con le federazioni nazionali, a svolgere il ruolo preminente di pusher, la politica (di tutti gli orientamenti) ha sempre lasciato in mano al Coni stesso la gestione dei controlli antidoping privilegiando le amicizie e i favoritismi anche per farsi belli come ministri e governanti per le medaglie frutto di pratiche dopanti volutamente ignorate. E tra i protettori del sistema del doping troviamo i nomi di Giulio Andreotti, parlamentari e responsabili del PCI,come in seguito del PDL (la parlamentare ex atleta notoriamente abusante Manuela di Centa)o della ministre del PD Giovanna Melandri e Livia Turco. Larghe intese sullo sport del doping! Per non parlare di certe inchieste finite nel porto delle nebbie della magistratura romana o delle indagini che avrebbero dovuto svolgere i corpi militari (fiamme gialle, carabinieri, polizia di stato) contro le loro stesse squadre sportive nazionali. E quando una legge (la n. 376 del 14.12.2000) verrà varata, sarà aggirata e, contro il disposto della legge stessa, il Coni continuerà a gestire i controlli degli atleti di livello nazionale.
Un saggio. Il percorso del doping a partire dall’atletica e dalle ricerche e pratiche dei dottori Conconi e dei suoi emuli (Farraggiana, Ferrari ecc.) per ampliare lo sguardo ad altre discipline e al quadro internazionale sino alle ultime vicende più note (Schwazer, Armstrong, Pistorius) e parallelamente le battaglie e i risultati sul piano legale soprattutto internazionale. Dando per scontato che la scienza e la ricerca pro-doping è sempre più avanti di quella antidoping, Donati conclude che prioritaria è una battaglia culturale, battaglia da iniziare nelle scuole proponendo un concetto di sport come gioco ed autorealizzazione e diffidando dalla precoce specializzazione in una specifica disciplina sportiva”.
http://fractaliaspei.wordpress.com/2013/07/02/lo-sport-del-doping-incontro-con-sandro-donati/