"Stiamo parlando in particolare della situazione del parco in prossimità della Magione – spiega il direttivo di LiberaMente portando a dimostrazione di quanto detto anche una serie di fotografie – di alcune delle aree attrezzate lungo il torrente Staggia e anche dello spazio a ridosso tra Via Santa Caterina e Via San Gimignano, nel quartiere degli Orti, unico polmone di verde per il centro di Poggibonsi. Nel parco della Magione manca completamente l’illuminazione pubblica e il parcheggio adiacente al castello, sembra essere abbandonato a se stesso al punto che è diventato scenario per graffitari notturni che hanno danneggiato segnaletica e arredo urbano. La situazione non è da meno nel parco delle Vanni, che invece che rappresentare una risorsa per l’adiacente centro è diventato un angolo dimenticato. Anche qui l’illuminazione è insufficiente e l’ingresso limitato da via S. Caterina rende il giardino pubblico di utilizzo limitato solo ad amanti degli animali (essendo diventato noto defecatoio), da coppiette in cerca di riservatezza e da adolescenti alla conquista di spazi dove consumare le prime trasgressioni. Se lo stesso avesse, come in origine, l’apertura anche da Piazza Matteotti diventerebbe un normale luogo vissuto e rappresenterebbe una risorsa vivibile per il centro e per tutto il quartiere".
Questa la reale situazione denunciata LiberaMente, ma al di la di limitarsi a mettere in evidenza le lacune constatate, dall’associazione cittadina giunge un indicazione che farà parte delle nuove idee contenute nel programma elettorale e cioè: “nell’ottica di ascolto del cittadino è opportuno dare proprio alla gente che si rende disponibile e risultata affidabile, la responsabilità di essere parte attiva nella gestione delle aree verdi. Un esempio è stato già sperimentato con risultati positivi per il giardino del Borgaccio, dove attraverso una convenzione i residenti si sono presi a cuore lo spazio pubblico impegnandosi ad assistere l’amministrazione comunale nella manutenzione ordinaria. Questo esempio di responsabilità civica deve essere promosso e sviluppato. Attraverso i comitati di quartiere si potranno davvero mettere in moto attività di compartecipazione attiva degli spazi. Siamo certi – conclude il direttivo di LiberaMente – che per lo meno in parte si attenuerà il degrado e si creeranno invece luoghi più partecipati e vissuti, dove il cittadino e le sue idee e i suoi bisogni diventeranno attori e autori fondamentali si questi spazi”