di Ivan Meacci
MONTEPULCIANO. La Riserva Naturale Lago di Montepulciano è frequentata da oltre 150 specie di uccelli, di cui 65 protette perché in via d’estinzione. Nei "chiari" – leggi "specchi d'acqua" – più tranquilli, qui, ancora si riproducono la rarissima Moretta tabaccata e la quasi estinta Anatra tuffatrice.
Collocata in una delle zone umide più rilevanti dell’Italia centrale, questa riserva naturale è un importante punto di sosta per l’avifauna che, stagionalmente, si sposta dall’Africa.
L’Oasi, gestita dalla Lipu dal 1996, è stata dotata per anni di un centro visite, di 3 capanni e 2 piattaforme di osservazione collegati da un percorso attrezzato di circa 800 metri, di 2 barche a raggi solari, di un Centro Anatidi per la protezione di Moretta, Moretta tabaccata, Oca selvatica, Fistione turco, Moriglione e di un Centro Lontre didattico. Di tutto questo, oggi, rimane una barca a raggi solari e il Centro Visite (gestito da una sola persona) e che è aperto per poche ore e, soltanto, dal mercoledì. Il bellissimo percorso è stato abbandonato all’incuria dal giorno dopo l’inaugurazione (nel 1996) e, attualmente, completamente fagocitato dalle piante è letteralmente scomparso. In compenso, verso novembre quando già si iniziava a parlare di elezioni, ne è stato inaugurato uno nuovo, meno lungo e senza capanni, ma con tanto di ascensore per salire sulla torretta di avvistamento!
Questa piccola ma bellissima Oasi (456 ettari, meno estesa delle stesse grandi aziende agricole che la circondano) non solo è lasciata al degrado o al cattivo uso della propaganda elettorale ma, da dopo agosto, da quando cioè c’è stato lo scellerato – e non spiegato da nessuno – taglio del secolare pioppeto “naturale”, non solo è diventata terra di conquista per i coltivatori; ma, difficile a credersi, anche per i cacciatori!
Il taglio incontrollato e poco razionalizzato del pioppeto, oltre alla devastazione procurata dalle piante che rovinando al suolo avevano distrutto quelle lasciate in piedi, aveva incluso anche la "sparizione" dei cartelli che indicavano che, in tutta l'area vigeva il tassativo "divieto di caccia".
Senza quei cartelli l’Oasi, che protegge 65 specie di uccelli in via d’estinzione, è lasciata alla discrezione delle doppiette dei cacciatori!
Sebbene i cacciatori locali riconoscano perfettamente, anche senza i cartelli, i limiti della riserva – segnata nettamente dalla fine delle desertiche maggesi dei campi con l’inizio del florido canneto frastagliato di salici e pioppi – ovviamente, questi confini non sono conosciuti altrettanto bene dai “forestieri”. Cacciatori inconsapevoli che, grazie alla indifferente incuria di chi non ha provveduto a rimettere i pali prima dell’apertura della caccia, hanno potuto sparare, dall’inizio della stagione venatoria, “liberamente” ed in buona fede, all’interno della riserva della Lipu!
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