SIENA. Il 90,3 per cento degli esercenti toscani puntano il dito sulle troppe sagre che sottraggono circa il 27 per cento di incassi ai loro ristoranti. Questo è l’esito di un’accurata indagine della Fipe Confcommercio Toscana che ha inviato un apposito questionario agli operatori per monitorare questo fenomeno delle varie feste e festicciole le cui tavolate si infittiscono in ogni paese durante l’estate di solito appoggiandosi a iniziative di ‘circoli privati’. In periodo di crisi gli effetti negativi su chi fa di mestiere il ristoratore si sentono ancor di più.
E poi sorgono tutta una serie di interrogativi sempre rilevati dall’indagine Fipe: sono rispettate e controllate tutte le normative igienico-sanitarie, fiscali e del rapporto di lavoro? Se così non fosse si tratterebbe anche di ‘concorrenza sleale’. A lato di tutto ciò va segnalato anche lo scarsissimo coinvolgimento in queste manifestazioni degli operatori che lo fanno di mestiere per tutto l’anno, così come ‘forzature’ promozionali sul legame col territorio e i prodotti di qualità, spesso assolutamente non riscontrabili.
Ettore Silvestri, presidente FipeConfcommercio di Siena, tiene a sottolineare la collaborazione e l’alto grado di partecipazione dei colleghi della città e di tutta la provincia che hanno risposto in gran numero al questionario loro inviato a testimonianza che il problema ‘sagre’ è molto sentito anche perché, date le dimensioni del fenomeno, l’impatto negativo sul fatturato dei ristoranti sta diventando molto significativo.
Aldo Cursano presidente Fipe Confcommercio della Toscana ha affermato:”Noi della Fipe non abbiamo niente contro le sagre, ci piacciono così come piacciono agli italiani. Ci preoccupa la proliferazione di sagre, feste e festicciole, cene in piazza e in strada che non promuovono il territorio, quanto piuttosto un business fuori dalle regole e dalla leale concorrenza”.
E poi sorgono tutta una serie di interrogativi sempre rilevati dall’indagine Fipe: sono rispettate e controllate tutte le normative igienico-sanitarie, fiscali e del rapporto di lavoro? Se così non fosse si tratterebbe anche di ‘concorrenza sleale’. A lato di tutto ciò va segnalato anche lo scarsissimo coinvolgimento in queste manifestazioni degli operatori che lo fanno di mestiere per tutto l’anno, così come ‘forzature’ promozionali sul legame col territorio e i prodotti di qualità, spesso assolutamente non riscontrabili.
Ettore Silvestri, presidente FipeConfcommercio di Siena, tiene a sottolineare la collaborazione e l’alto grado di partecipazione dei colleghi della città e di tutta la provincia che hanno risposto in gran numero al questionario loro inviato a testimonianza che il problema ‘sagre’ è molto sentito anche perché, date le dimensioni del fenomeno, l’impatto negativo sul fatturato dei ristoranti sta diventando molto significativo.
Aldo Cursano presidente Fipe Confcommercio della Toscana ha affermato:”Noi della Fipe non abbiamo niente contro le sagre, ci piacciono così come piacciono agli italiani. Ci preoccupa la proliferazione di sagre, feste e festicciole, cene in piazza e in strada che non promuovono il territorio, quanto piuttosto un business fuori dalle regole e dalla leale concorrenza”.