POGGIBONSI. Le luci sembrano ormai spente sulla vertenza sorta in relazione alla sfiorata sciagura della piscina e la mediaticità pare aver quasi dimenticato la disastrosa circostanza avvenuta solo pochi giorni fa.
Sembra proprio che ci sia la volontà di lasciar passare tutto in sordina e attendere solo il verdetto della magistratura, ovviamente organo sovrano a emettere sentenze. Ma i cittadini non sembrano voler attendere questo verdetto, lasciando calare il silenzio, su questa drammatica circostanza che ha scosso la città intera, creando danni e disagio a tante famiglie
"Semplicistico – scrive il direttivo di LiberaMente – da parte del comune rilasciare le dichiarazioni di infallibilità e di totale estraneità quando invece gran parte dei cittadini puntano il dito proprio verso questa istituzione che di fatto mostra la sua precarietà politica.
Al di la delle spiegazioni tecniche e giuridiche in molti non digeriscono come è stata affrontata e circoscritta la situazione, anche perché alla luce dei fatti riscontrati sembra che la responsabilità morale si racchiuda tutta in una fazione ben definita. Proprio per dare riscontro a queste voci che testimoniano varie circostanze poco chiare che sicuramente sono al vaglio della magistratura, si è deciso di far nascere per mezzo della lista civica LiberaMente un comitato denominato appunto “FATTI CHIARI SULLA PISCINA”, che fin dalla sua costituzione coinvolge una ventina di soggetti direttamente interessati".
Il comitato intende fare luce su aspetti che sono rimasti "da parte":
le diverse e frequenti denunce di infiltrazione di acqua dal soffitto, la chiusura di alcune porte di sicurezza all’interno dell’impianto, la vertenza tra la ditta costruttrice e il Comune oltre ai rapporti tra la direzione lavori e la ditta Cogestra.
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Tutte circostanze che il comitato intende approfondire e trasformare in testimonianze – scrive LiberaMente – che attraverso i propri legali depositerà nelle mani degli organi preposti alle indagini".
“Crediamo che l’aggregazione civica rappresenti il modo più concreto di far sentire liberamente la voce di un gruppo di cittadini che al di la di aver ricevuto tante parole di circostanza oggi subisce danni fisici, psicologici, morali e materiali nonché gravarsi di costanti disagi, per i quali nessuno si è reso allo stato attuale concretamente disponibile a soluzioni”.