MONTEPULCIANO. I Carabinieri della Sezione di P.G. presso la Procura della Repubblica di Montepulciano ed i poliziotti della Sezione Anticrimine del Commissariato P.S. Chiusi-Chianciano Terme hanno denunciato in stato di libertà R.M, una donna 60enne originaria di Napoli, per truffa, falso in autorizzazioni amministrative, sostituzione di persona e ricettazione. La vicenda, iniziata quasi due anni fa è stata seguita, nelle prime fasi delle indagini, in maniera autonoma dai due Uffici, trattandosi di diversi reati commessi con un modus operandi perfettamente collaudato e con risultati redditizi, come evidenziato dal giro delinquenziale di portata nazionale, poi scoperto e definitivamente interrotto dal personale delle due Forze di Polizia.
In particolare, l’attività della Sezione Anticrimine del Commissariato di Chiusi- Chianciano Terme, diretta dal Vice Questore Aggiunto Antonello Calderini, era stata avviata dopo che una “distinta” signora palermitana si è vista recapitare un’ ingiunzione di pagamento per alcune rate inevase, relative ad un finanziamento stipulato per l’acquisto di un’autovettura presso una concessionaria della zona di Chiusi.
Con molto stupore la donna, che non aveva mai acquistato nessuna autovettura né aveva mai visitato la Toscana, si è recata subito al Commissariato del capoluogo siciliano denunciando il fatto.
I poliziotti palermitani, ricevuta la denuncia, si mettevano immediatamente in contatto con i colleghi del Commissariato di Chiusi che avviavano così le indagini.
Sin dai primissimi accertamenti, gli investigatori appuravano che la società finanziaria, in primis, era stata vittima di un’abile truffa architettata da una donna che, agendo con particolare determinazione ed esibendo una documentazione così precisa e funzionale da trarre in inganno chiunque, ma totalmente falsa, era riuscita, nel maggio del 2007, ad ottenere un finanziamento di oltre 11.ooo euro portandosi a casa una bella autovettura dal rispettabile valore di mercato, versando soltanto 500 euro in contanti.
L’auto, nel frattempo, era stata regolarmente venduta per cui nelle mani del personale operante era rimasta, a distanza di oltre un anno, soltanto una documentazione di fantasia ed una fototessera sbiadita apposta sulla copia di una carta di identità, oltre ad un numero di telefono intestato ad un nome inventato.
Contemporaneamente i Carabinieri della Sezione di P.G., presso la Procura della Repubblica di Montepulciano, coordinati dal Comandante della Compagnia locale, Capitano Francesco Falcone, stavano indagando su un episodio analogo avvenuto nel gennaio 2008 a Sinalunga.
Nel caso seguito dai militari, la stessa persona si era recata presso una concessionaria del comune poliziano tentando l’acquisto di un’autovettura, esibendo una documentazione falsa, questa volta intestata ad una signora di Reggio Emilia, altrettanto all’oscuro dei fatti.
In questo contesto la truffa non si era conclusa con la consegna dell’autovettura in quanto la società finanziaria interessata non aveva ritenuta sufficiente la documentazione presentata per l’acquisto.
In tale fase, appurata la evidente interconnessione tra i due distinti filoni di indagine, veniva avviato un rapporto di stretta collaborazione tra le due Forze di Polizia che iniziavano ad operare di concerto.
In seguito alla minuziosa attività di indagine svolta, resa più complicata dal trascorrere del tempo, veniva accertato che la stessa persona aveva tentato altre truffe presso concessionarie di auto a Chiusi, Cetona, Montepulciano, Sinalunga e Monteriggioni, messe in pratica sempre con le stesse modalità, non ottenendo tuttavia risultati apprezzabili solo per il fatto che le finanziarie di volta in volta interessate si erano dimostrate più esigenti dal punto di vista delle garanzie.
I numerosi contatti con persone del luogo consentivano la raccolta di elementi sempre più pressanti e circostanziati nei confronti di una donna originaria di Napoli che, successivamente, veniva riconosciuta tramite alcune fotografie da parte dei commercianti di auto con cui aveva avuto contatti.
Gli uomini delle due Forze di Polizia mettevano così a confronto tutti gli elementi raccolti e, sulla base dei riconoscimenti fotografici e di altri accertamenti investigativi e tecnici, riuscivano ad individuare l’autrice dei reati constatando che ogni elemento conduceva ad uno dei quartieri simbolo del malaffare partenopeo.
A questo punto, l’attività congiunta dei due Uffici, veniva sottoposta all’attenzione dei due P.M. del Tribunale di Montepulciano che, titolari di due distinti procedimenti penali, emettevano un decreto di perquisizione e sequestro da eseguire a Napoli.
In seguito alla perquisizione, eseguita congiuntamente dalla Polizia e dai Carabinieri, veniva rinvenuta, all’interno dell’abitazione, un’ingente quantità di documenti falsi, pronti per mettere in atto truffe in tutto il territorio nazionale.
In pratica, qualche centinaia di kit preconfezionati, tra documenti di riconoscimento ed incartamenti finanziari, creati ad hoc per acquistare autovetture o altra merce e per ottenere finanziamenti.
Nella circostanza venivano sequestrate, numerose quantità di documenti fiscali, patenti e carte di identità di ottima fattura, tutti con la stessa foto ma intestati a 39 persone diverse, realmente esistenti.
Proprio mentre era in corso la perquisizione il titolare di una Concessionaria di un paese dell’hinterland milanese, contattava al cellulare la signora, presente sul posto, informandola del fatto che l’auto da lei acquistata era in pronta consegna per il giorno successivo. I Carabinieri della stazione competente, avvisati immediatamente dal personale operante, riuscivano così a bloccare le pratiche di vendita, facendo fallire in tempo reale un raggiro ormai praticamente concluso
La donna 60enne, “incensurata”, di professione collaboratrice scolastica, veniva così denunciata in stato di libertà.
In seguito a successive indagini veniva accertato inoltre che la intraprendente signora aveva messo a segno, sempre utilizzando lo stesso collaudatissimo modus operandi, numerose truffe su tutto il territorio nazionale. Intanto gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia proseguono gli accertamenti per verificare se la donna agiva da sola o insieme a dei complici.
In particolare, l’attività della Sezione Anticrimine del Commissariato di Chiusi- Chianciano Terme, diretta dal Vice Questore Aggiunto Antonello Calderini, era stata avviata dopo che una “distinta” signora palermitana si è vista recapitare un’ ingiunzione di pagamento per alcune rate inevase, relative ad un finanziamento stipulato per l’acquisto di un’autovettura presso una concessionaria della zona di Chiusi.
Con molto stupore la donna, che non aveva mai acquistato nessuna autovettura né aveva mai visitato la Toscana, si è recata subito al Commissariato del capoluogo siciliano denunciando il fatto.
I poliziotti palermitani, ricevuta la denuncia, si mettevano immediatamente in contatto con i colleghi del Commissariato di Chiusi che avviavano così le indagini.
Sin dai primissimi accertamenti, gli investigatori appuravano che la società finanziaria, in primis, era stata vittima di un’abile truffa architettata da una donna che, agendo con particolare determinazione ed esibendo una documentazione così precisa e funzionale da trarre in inganno chiunque, ma totalmente falsa, era riuscita, nel maggio del 2007, ad ottenere un finanziamento di oltre 11.ooo euro portandosi a casa una bella autovettura dal rispettabile valore di mercato, versando soltanto 500 euro in contanti.
L’auto, nel frattempo, era stata regolarmente venduta per cui nelle mani del personale operante era rimasta, a distanza di oltre un anno, soltanto una documentazione di fantasia ed una fototessera sbiadita apposta sulla copia di una carta di identità, oltre ad un numero di telefono intestato ad un nome inventato.
Contemporaneamente i Carabinieri della Sezione di P.G., presso la Procura della Repubblica di Montepulciano, coordinati dal Comandante della Compagnia locale, Capitano Francesco Falcone, stavano indagando su un episodio analogo avvenuto nel gennaio 2008 a Sinalunga.
Nel caso seguito dai militari, la stessa persona si era recata presso una concessionaria del comune poliziano tentando l’acquisto di un’autovettura, esibendo una documentazione falsa, questa volta intestata ad una signora di Reggio Emilia, altrettanto all’oscuro dei fatti.
In questo contesto la truffa non si era conclusa con la consegna dell’autovettura in quanto la società finanziaria interessata non aveva ritenuta sufficiente la documentazione presentata per l’acquisto.
In tale fase, appurata la evidente interconnessione tra i due distinti filoni di indagine, veniva avviato un rapporto di stretta collaborazione tra le due Forze di Polizia che iniziavano ad operare di concerto.
In seguito alla minuziosa attività di indagine svolta, resa più complicata dal trascorrere del tempo, veniva accertato che la stessa persona aveva tentato altre truffe presso concessionarie di auto a Chiusi, Cetona, Montepulciano, Sinalunga e Monteriggioni, messe in pratica sempre con le stesse modalità, non ottenendo tuttavia risultati apprezzabili solo per il fatto che le finanziarie di volta in volta interessate si erano dimostrate più esigenti dal punto di vista delle garanzie.
I numerosi contatti con persone del luogo consentivano la raccolta di elementi sempre più pressanti e circostanziati nei confronti di una donna originaria di Napoli che, successivamente, veniva riconosciuta tramite alcune fotografie da parte dei commercianti di auto con cui aveva avuto contatti.
Gli uomini delle due Forze di Polizia mettevano così a confronto tutti gli elementi raccolti e, sulla base dei riconoscimenti fotografici e di altri accertamenti investigativi e tecnici, riuscivano ad individuare l’autrice dei reati constatando che ogni elemento conduceva ad uno dei quartieri simbolo del malaffare partenopeo.
A questo punto, l’attività congiunta dei due Uffici, veniva sottoposta all’attenzione dei due P.M. del Tribunale di Montepulciano che, titolari di due distinti procedimenti penali, emettevano un decreto di perquisizione e sequestro da eseguire a Napoli.
In seguito alla perquisizione, eseguita congiuntamente dalla Polizia e dai Carabinieri, veniva rinvenuta, all’interno dell’abitazione, un’ingente quantità di documenti falsi, pronti per mettere in atto truffe in tutto il territorio nazionale.
In pratica, qualche centinaia di kit preconfezionati, tra documenti di riconoscimento ed incartamenti finanziari, creati ad hoc per acquistare autovetture o altra merce e per ottenere finanziamenti.
Nella circostanza venivano sequestrate, numerose quantità di documenti fiscali, patenti e carte di identità di ottima fattura, tutti con la stessa foto ma intestati a 39 persone diverse, realmente esistenti.
Proprio mentre era in corso la perquisizione il titolare di una Concessionaria di un paese dell’hinterland milanese, contattava al cellulare la signora, presente sul posto, informandola del fatto che l’auto da lei acquistata era in pronta consegna per il giorno successivo. I Carabinieri della stazione competente, avvisati immediatamente dal personale operante, riuscivano così a bloccare le pratiche di vendita, facendo fallire in tempo reale un raggiro ormai praticamente concluso
La donna 60enne, “incensurata”, di professione collaboratrice scolastica, veniva così denunciata in stato di libertà.
In seguito a successive indagini veniva accertato inoltre che la intraprendente signora aveva messo a segno, sempre utilizzando lo stesso collaudatissimo modus operandi, numerose truffe su tutto il territorio nazionale. Intanto gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia proseguono gli accertamenti per verificare se la donna agiva da sola o insieme a dei complici.