Piccini: "La città si divide nelle diverse tifoserie"
SIENA. Qualcuno sta scrivendo che sulla questione delle dimissioni di alcuni membri del consiglio di amministrazione della banca Monte dei Paschi, richiesta dalla Fondazione, la politica a Siena si stia incartando. Si fa ricorso a normative ad articoli del codice civile, insomma, la città, come sempre, si divide nelle diverse tifoserie, e come sempre, non del tutto disinteressatamente.
Si potrebbe ricorrere alle normative di legge se il problema non fosse politico, ma dato che è solo ed esclusivamente politico proviamo a leggere gli avvenimenti sotto questa prospettiva. Non venitemi a dire che Turchi e Dringoli, non mi ricordo il nome delle due signore e non mi interessa andarlo a cercare, siano stati eletti dalla Fondazione, i due sono stati scelti dalla politica che li ha voluti e li ha fatti nominare. Se ciò necessita di un ricordo basterebbe chiederlo ad Alessandro Piazzi e a Franco Ceccuzzi (capitalismo di relazione).
La politica li ha scelti e oggi, apparentemente, gli chiede di fare un passo indietro, almeno così potrebbe sembrare. Se lo facessero il vantaggio sarebbe duplice, per la Fondazione che vedrebbe i suoi impegni, nei confronti del patto sindacale, rispettati e degli stessi nominati che acquisterebbero nei confronti della politica e della città dei meriti a loro vantaggio. Del resto il mandato scadrebbe ad aprile del 2015. E fino a qui tutto sembra normale e lineare, a meno che? A meno che non fosse proprio la politica (PD) a non volere le dimissioni. E quali potrebbero essere le conseguenze nella situazione attuale? Che con molta probabilità il patto sindacale con gli altri due fondi salterebbe e saltando non costituirebbe più un elemento di disturbo per il nuovo presidente del Monte che con molta probabilità continuerà ad essere il solito.
In molti pensano che le aperture di Clarich nei confronti di Axa siano finalizzate a un allargamento della compagine del patto sindacale attuale; io credo, viceversa, che si stia pensando a un patto alternativo a quello attuale se quest’ultimo dovesse saltare. Axa del resto è già presente e conosce bene la governance delle banca Monte.
Come vedete la politica e l’autonomia delle istituzioni vengono usate come sempre politicamente e tirate da una parte e dall’atra secondo le convenienze. Francamente non sono riuscito a capire quali sarebbero le convenienze per la città se non rimanere attaccati, in modo ultra residuale, a un sistema che ci ha massacrati a cui, i nostri governanti, rimangono subalterni e attaccati come nel passato.
Pierluigi Piccini