Catapultato tra le tradizioni delle contrade, Giulio Cadorni scoprirà che tra chiese e palazzi medievali si nascondono segreti e pericoli
FIRENZE. Terra di Siena bruciata, gialla, o rossa di sangue. L’ultimo libro di Marco Catocci, Sguardi bruciati di Siena (Mauro Pagliai Editore, pp. 240, euro 15) ha come sfondo la città del Palio, dove un padre premuroso dovrà affrontare sfide terribili per ritrovare la propria figlia, una giovane ragazza non vedente scappata di casa dopo un litigio. Catapultato tra le usanze e le tradizioni delle contrade, Giulio Cadorni scoprirà che tra chiese e palazzi medievali si nascondono segreti e pericoli, mentre nessuno riesce a fermare una serie di efferati omicidi.
Catocci, fiorentino classe ’62, è al secondo romanzo, dopo una altro fortunato “thriller cittadino”, Il sogno muore sulle sponde dell’Arno. Gli chiediamo perché la sua ispirazione lo abbia portato da Firenze a Siena.
Conosco bene Firenze, ci sono nato e ci vivo. Come primo romanzo, la scelta era quasi obbligata. Ma ho sempre vissuto Siena come una seconda casa: mi affascinano particolarmente le sue tradizioni secolari, vissute con un’intensità che solo lì puoi trovare. Ho deciso che questo amore doveva sfociare in un libro, e così è nato Sguardi bruciati.
Uno dei grandi protagonisti della vicenda, oltre a quelli in carne ed ossa, è il Palio. Ha dovuto documentarsi per descrivere questo mondo unico?
Per la verità ho sempre seguito il Palio, cercando il più possibile di avvicinarmi a questa realtà anche essendo, in fin dei conti, un “outsider”. Il Palio è un universo che comprende tutta una serie di usanze, ha una sua terminologia, un gergo. E naturalmente è sentito tutto l’anno: è l’anima di Siena, e il libro parla proprio di questo. Anche se sono un appassionato, prima di scrivere il libro mi sono imposto un lungo giro della città: la mia guida è stata un amico, contradaiolo ‘doc’.
I suoi libri sono un vero e proprio cammino dentro le città, sia nei luoghi fisici che nella storia e nella cultura. Scegliere siti reali e conosciuti la aiuta nella stesura della trama?
Un libro giallo può essere ambientato ovunque, compresi posti esotici o immaginari. Io ho scelto le città che conosco non solo con l’intenzione di dare particolare credibilità alle vicende, ma più che altro cercando di riprodurre l’ambiente, le usanze, le emozioni che certi luoghi trasmettono. Non ho l’ambizione che Sguardi bruciati di Siena sia un mezzo per conoscere la città, ma ho la speranza che dia modo di viverla intensamente, almeno il tempo della lettura.