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L’Arpat ha eseguito misurazioni proprio all’interno delle loro case: dentro ogni stanza, in prossimità delle finestre e persino in soffitta. Alla fine, l’Arpat ha certificato valori non rilevabili, oppure quasi sempre al di sotto di 0,40 V/m, salvo l’eccezione di una soffitta che ha fatto registrare un valore 0,98 Volt/metro. Siamo comunque su soglie di grande sicurezza, ben al di sotto del limite di 6 Volt/metro fissato da un decreto governativo del 2003. Il Comune di Chiusi aveva, peraltro, vincolato l’installazione delle antenne da parte dei gestori delle compagnie telefoniche, a una costante fornitura di analisi sulle emissioni elettromagnetiche, eseguite a cura di agenzie private e indipendenti. In questo modo, l’ente si era assicurato continue certificazioni (che avevano finora dato risultati rassicuranti per la salute dei cittadini) senza gravare sull’Agenzia regionale e, soprattutto, sulle casse pubbliche. Comunque sia, questa ulteriore misurazione è fonte di ulteriore tranquillità, specie per gli abitanti del centro storico che avevano presentato l’esposto.