Per l'edizione dedicata al 150 anniversario dell'Unità d'Italia si parla anche dell'evoluzione della politica attraverso il canto
SIENA. Secondo appuntamento, ad ingresso libero, il 22 novembre alle 18 alla Biblioteca Comunale degli Intronati (via della Sapienza, 7) con la rassegna Lunedilibri, edizione, questa, dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che vede l’autore Stefano Pivato, docente di Storia contemporanea all’Università di Urbino, incontrare il pubblico e parlare dell’inno di Mameli presente all’interno del suo libro Bella ciao (editori Laterza), scritto con la collaborazione di Amoreno Martellini.
Come spiega Pivato nell’introduzione al volume “non è una storia del canto sociale – come potrebbe suggerire il titolo – quanto, piuttosto, il tentativo di raccontare l’evoluzione della politica attraverso il canto”. Un patrimonio politico e culturale, una specie di “colonna sonora” che accompagna le varie fasi storiche, i disagi sociali, le lotte, ma anche la vita quotidiana di coloro che vivono in prima persona gli avvenimenti, scansionando i momenti storici e culturali come un fedele termometro dei sentimenti pubblici e privati.
Un itinerario di storia vissuta che dalle guerre di indipendenza, attraversando il Risorgimento, arriva ai due conflitti mondiali fino al tempo attuale.
Il canto attraversa la contemporaneità facendosi interprete di umori, aspettative, delusioni e convinzioni di una popolazione, con un forte potere di rivelazione capace di arricchire il contesto delle problematiche e delle vicende degli ultimi due secoli di storia italiana, e non solo, con elementi nuovi e caratterizzanti la riflessione critica.
Le lotte politiche e sociali, che hanno contraddistinto la storia in Italia, ma anche al di fuori dei nostri confini, raccontate attraverso i canti, con una prospettiva, del tutto nuova di matrice psicologica e sociologica. Una chiave di lettura degli eventi, come fonte storica, che riceve il dovuto riconoscimento proprio dallo stesso Pivato.
Per questo è facile ‘leggere’ il canto come condivisione di un credo sociale, di un ideale, di una fede politica che sottolinea l’evoluzione della storia. Un’analisi puntuale che parte dall’’800, anzi dalla rivoluzione francese come inizio di una nuova politica, simboleggiata dalla Marsigliese, universalmente conosciuta come inno al sentimento nazionale.