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ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha parlato oggi (16 ottobre) davanti ai giornalisti nel corso di un incontro sull'informazione. Riportiamo i passi più eloquenti del suo intervento, per chi se li fosse persi…
"Bisogna tener fuori il Quirinale dalla mischia politico-mediatica", ha detto tra l'altro il capo dello stato, sottolineando ancora una volta la sua storia di uomo di sinistra, ma anche la sua doverosa posizione "super partes" rispetto ai partiti politici nel momento in cui ha assunto la carica di presidente della Repubblica. Riferendosi poi agli attacchi di Di Pietro e Belpietro, Napolitano ha affermato: "Chi vuole e ne ha la possibilità proponga una legge per l'abrogazione dell'articolo 278 del codice penale, quello relativo al vilipendio nei confronti del Capo dello Stato".
Sull'informazione Napolitano ha ribadito i concetti già espressi, chiarendo nuovamente come la politica abbia dei doveri di "equilibrio" nei confronti dell'informazipone, ma che anche i giornalisiti sono chiamati a ricordarsi di avere dei "limiti di responsabilità". "Mi auguro che si vada verso un tempo di riflessione più obiettiva ed aperta sui questi temi e che si possa ritornare su di essi nei nostri futuri incontri sperando in un effettivo progredire del confronto costruttivo tra tutte le parti interessate".
"Già tre anni fa, in occasioni analoghe a quella di oggi, espressi il mio profondo convincimento circa il carattere discriminante che l'esistenza di una stampa e di una informazione pluralistiche e libere assume per distinguere la democrazia dal dispotismo. E nello stesso tempo volli sottolineare come nei sistemi democratici e costituzionali dell'occidente – ha continuato il presidente – occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito d'altronde nell'articolo 10 della convenzione europea del 1948 sui diritti dell'uomo".
E ancora, sottolineando di essersi espresso proprio in quei termini: "ci sono tornato successivamente più volte, indipendentemente dal mutare nel frattempo del contesto politico in italia e postulando la definizione di equilibri più soddisfacenti con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy, della dignità delle persone e delle istituzioni, della riservatezza delle indagini giudiziarie insieme, ovviamente e in primo luogo, con la tutela della libertà di informazione".
Giorgio Napolitano chiude con questa affermazione: "Si tratta di equilibri difficili e sempre oggetto di controversie, ma a cui non si può sostituire da parte del giornalismo la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare".
"Bisogna tener fuori il Quirinale dalla mischia politico-mediatica", ha detto tra l'altro il capo dello stato, sottolineando ancora una volta la sua storia di uomo di sinistra, ma anche la sua doverosa posizione "super partes" rispetto ai partiti politici nel momento in cui ha assunto la carica di presidente della Repubblica. Riferendosi poi agli attacchi di Di Pietro e Belpietro, Napolitano ha affermato: "Chi vuole e ne ha la possibilità proponga una legge per l'abrogazione dell'articolo 278 del codice penale, quello relativo al vilipendio nei confronti del Capo dello Stato".
Sull'informazione Napolitano ha ribadito i concetti già espressi, chiarendo nuovamente come la politica abbia dei doveri di "equilibrio" nei confronti dell'informazipone, ma che anche i giornalisiti sono chiamati a ricordarsi di avere dei "limiti di responsabilità". "Mi auguro che si vada verso un tempo di riflessione più obiettiva ed aperta sui questi temi e che si possa ritornare su di essi nei nostri futuri incontri sperando in un effettivo progredire del confronto costruttivo tra tutte le parti interessate".
"Già tre anni fa, in occasioni analoghe a quella di oggi, espressi il mio profondo convincimento circa il carattere discriminante che l'esistenza di una stampa e di una informazione pluralistiche e libere assume per distinguere la democrazia dal dispotismo. E nello stesso tempo volli sottolineare come nei sistemi democratici e costituzionali dell'occidente – ha continuato il presidente – occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito d'altronde nell'articolo 10 della convenzione europea del 1948 sui diritti dell'uomo".
E ancora, sottolineando di essersi espresso proprio in quei termini: "ci sono tornato successivamente più volte, indipendentemente dal mutare nel frattempo del contesto politico in italia e postulando la definizione di equilibri più soddisfacenti con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy, della dignità delle persone e delle istituzioni, della riservatezza delle indagini giudiziarie insieme, ovviamente e in primo luogo, con la tutela della libertà di informazione".
Giorgio Napolitano chiude con questa affermazione: "Si tratta di equilibri difficili e sempre oggetto di controversie, ma a cui non si può sostituire da parte del giornalismo la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare".