Prossimamente in arrivo dal Ministero dell'Istruzione l'autorizzazione al titolo di "Libera Università del Jazz"

SIENA. La Fondazione Siena Jazz nonostante la crisi e i tagli effettuati dal governo, rilancia la propria attività e si pone nuovi e più ambiziosi obiettivi.
Grazie ad una operazione di ri-patrimonializzazione che ha restituito nuova linfa alle attività didattiche, la prestigiosa istituzione senese, leader nel settore dell’Alta Formazione Jazzistica Internazionale, potrà, infatti, guardare al futuro con qualche certezza in più.
«Dobbiamo ringraziare l’Associazione Jazzistica Senese che si è “spogliata” del suo patrimonio per permettere alla Fondazione Siena Jazz di continuare a svolgere le proprie attività. Per oltre 30 anni, abbiamo chiuso in positivo i nostri bilanci, ma negli ultimi 24 mesi, abbiamo dovuto fare i conti con tagli considerevoli che ci hanno fatto registrare un disvalore di gestione, tale da mettere a rischio la sopravvivenza stessa del Siena Jazz» ha dichiarato Franco Caroni, presidente della Fondazione Siena Jazz.
Un patrimonio, che era di proprietà dell’Associazione Jazzistica Senese e che ora passa alla Fondazione Siena Jazz, che stando alle stime effettuate dal Ministero per i Beni Artistici e Culturali sui 90.497 beni oggetto d’indagine, ammonta a 1.081.494 euro.
Fanno parte di questo immenso patrimonio: il fondo discografico audio-video e il fondo bibliografico che, come si legge nella nota del Ministero, risultano “conservati in perfette e monitorate condizioni ambientali e logistiche e in generale in condizioni fisiche ottimali”. Del fondo video di cui è stato stimato il valore patrimoniale fanno parte dischi, cilindri Edison, dvd, supporti di videoregistrazione e tante altri preziosi pezzi da collezione. Di quello bibliografico fanno parte, invece, libri, riviste e tesi di laurea.
«Resta un consistente fondo di letteratura grigia (ritagli di giornale, volantini, programmi di sala, cataloghi di mostre, manifesti in vari formati) di grande interesse storico, che non sono stati ancora valutati perché in fase di ordinamento, il cuo valore potrebbe aggirarsi intorno alla metà di quello stimato per i due fondi già presi in esame» ha spiegato Franco Caroni. «Questa operazione – ha poi concluso Caroni – ci ha permesso di affrontare e risolvere l’emergenza, ma siamo consapevoli che tutte le istituzioni coinvolte nell’amministrazione del Siena Jazz debbano al più presto trovare soluzioni che nel tempo possano cambiare il destino di questa istituzione. Una realtà consolidata a livello internazionale che con le proprie attività rafforza l’immagine di Siena nel mondo e contribuisce alla sua candidatura a Capitale Europea della Cultura».
Siena Jazz: gli effetti della crisi
Dal novembre 2008 al novembre 2010 la Fondazione Siena Jazz ha subito una riduzione dei finanziamenti corrispondente a 530.000,00 euro. Fra tutte le istituzioni culturali della Regione Toscana, è quella che ha subito i tagli più consistenti. Gli effetti di questa importante diminuzione di contributi hanno costretto Siena Jazz a indispensabili provvedimenti che si sono concretizzati nell’eliminazione di alcune importanti rassegne jazzistiche come il “Festival jazz in Terre di Siena” (sette concerti estivi in sette paesi della Provincia), l“Enoteca Jazz Club” (rassegna a Siena con otto gruppi musicali), il Concerto “storico” di chiusura dei Seminari, in Piazza Jacopo della Quercia, i Concerti invernali al Teatro dei Rozzi (dalle tre alle cinque serate all’anno) e la “Festa Europea della Musica” (oltre venti ”postazioni” musicali distribuite nelle piazze del centro storico, tre “Marchin’ band” itineranti, circa cinquecento musicisti impegnati). E l’eliminazione di alcuni progetti come il progetto musicale “Labyrinto” – Laboratorio di musica afro-brasiliana, il progetto “Informazione – Musica”. Lezioni – concerto che si svolgeva nelle scuole medie inferiori e superiori di Siena e Provincia, il Concerto “storico di apertura” dei Seminari in Piazza del Campo e della seconda edizione del Corso biennale di alta formazione “InJaM – International Jazz Master in Tecniche dell’Improvvisazione” (novembre 2011-luglio 2013). Resteranno in essere nel 2011 le seguenti attività: i Seminari estivi di Siena jazz – Corsi internazionali di alta formazione musicale, i Corsi permanenti di Formazione Musicale “CFM di Siena” e la gestione minima del Centro nazionale studi sul jazz “Arrigo Polillo” (nota di approfondimento in allegato).
Siena Jazz: una risorsa economica per la città
La cultura non è un processo da monetizzare in modo ortodosso, ma è in qualche modo possibile misurarne l’indotto economico diretto e indiretto. Se prendiamo in considerazione le due manifestazioni d’eccellenza del Siena Jazz e cioè L’InJaM, il corso Biennale di Alta Formazione sulle Tecniche dell’improvvisazione jazz, terminato a luglio 2010 e lo storico Seminario internazionale estivo di musica jazz, attualmente alla 41ª edizione, scopriamo che l’InJaM ha un costo annuale complessivo del corso di 450.000,00 euro, di cui 104.000,00 sono finanziati dalle tasse di iscrizione e quote di frequenza dei 52 studenti, e un relativo indotto misurabile in termini di biglietti aerei, soggiorni, pasti di docenti e allievi per la durata degli otto mesi in cui si svolge, pari a 306.300,00.Soldi questi che vengono restituiti alla città. Il Seminario internazionale estivo ha un costo annuale del corso di 280.000,00 euro, di cui 60.000,00 finanziati dalle tasse d’iscrizione dei 120 studenti e un relativo indotto misurabile pari a 238.910,00 euro, anche in questo caso restituiti alla città. Inoltre c’è un indotto economico indiretto che si traduce nella creazione di opportunità professionali per gli allievi, nel contribuire a dare un’immagine di qualità alla città in quanto istituzione che fa didattica, quindi formazione, ricerca e produzione non commerciale ad un livello internazionale(nota di approfondimento in allegato).
Siena Jazz: le prospettive future
Siena jazz è in attesa di ricevere dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’autorizzazione a rilasciare diplomi di laurea di primo e di secondo livello aventi valore legale. Ciò gli permetterebbe di essere la prima “Libera Università del Jazz” italiana, un riconoscimento inedito trasforma il Siena Jazz in una vera e propria università a carattere monografico, con un prevedibile ulteriore aumento di studenti per circa 250 unità ed un ulteriore aumento dell’indotto economico sul territorio stimato in circa 500.000,00 euro. Nel futuro del Siena Jazz potrebbero esserci gli scambi internazionali di allievi e docenti resi possibili ed economicamente sostenuti dall’Unione Europea: alcune proficue convenzioni sia sui vari aspetti della ricerca che della produzione, specialmente su attività concertistiche combinate. Importante sarà poi poter lavorare su progetti multimediali fra le varie discipline artistiche, collaborando anche con le Accademie delle belle arti e le Istituzioni culturali interdisciplinari, sia italiane che estere. Laboratori e stage da attivare in collaborazione con il complesso museale del Santa Maria della Scala, con L’Università degli studi di Siena, l’Università per Stranieri, l’Accademia Chigiana e con la stessa R. Franci, potrebbero chiudere un cerchio virtuoso tendente alla produzione di alte professionalità e soprattutto all’attrazione nella nostra città di alte professionalità per la realizzazione di progetti artistici specifici.