Dircredito denuncia l'atteggiamento punitivo sulle valutazioni
SIENA. In data 7 aprile l’ennesima raccomandazione (“…è necessario individuare 20 nominativi..”) ad abbassare di un livello le valutazioni è stata inviata, via email, ai responsabili del Consorzio. Nonostante durante gli incontri dei coordinamenti con la Direzione HR sia stata più volte ripetuta l’affermazione che la “distribuzione forzata” (cioè la griglia che riflette le percentuali delle varie classi di valutazione) fosse un valore puramente indicativo, a tutt’oggi si reitera, con parole molto forti (“è necessario”) la costrizione volta a riportare le valutazioni nei range desiderati.
Ci sfugge la motivazione e ci insospettisce la pervicacia con le quali viene portato avanti questo modello di distribuzione, ma una cosa risulta, per dirla in termini statistici, estremamente probabile: il danno, in termini di motivazione e, quindi, di produttività, che comporterà.
Infatti, mentre i premi aziendali sono assenti già da tempo, mentre si continuano ad ignorare le retribuzioni dei manager (escluso quella, scandalosa, dell’AD, che ha fatto il giro di tutti i media europei), mentre si richiede sempre più spesso la prestazione lavorativa fuori degli orari canonici e nei fine settimana, con questo atteggiamento “punitivo” sulle valutazioni si ottiene solo di demotivare chi deve effettuare un surplus di lavoro e, contemporaneamente, si mettono in difficoltà i preposti costretti ad abbassare valutazioni magari proprio a danno di chi è chiamato ad un impegno aggiuntivo elevato anche durante i week end.
D’altro canto è da tempo che l’attuale management, pur bravo nel riportare nei passati bilanci della Banca cifre più reali relativamente all’avviamento di Antonveneta ed ai crediti a contenzioso, per gli altri aspetti di bilancio dimostra solo di saper tagliare i costi del personale (ed esclusivamente da una certa posizione in giù, in effetti).
Adesso che il Monte deve ritornare alla redditività vera, ripagando gli investimenti effettuati negli ultimi tempi anche da importanti società estere, l’atteggiamento nei confronti dei lavoratori che produce demotivazione, timore e scoraggiamento diffusi dovrebbe lasciar posto alla valorizzazione del lavoro di tutti per recuperare il clima di orgoglio di appartenenza e di coesione sociale perduto negli ultimi anni.
Ci sfugge la motivazione e ci insospettisce la pervicacia con le quali viene portato avanti questo modello di distribuzione, ma una cosa risulta, per dirla in termini statistici, estremamente probabile: il danno, in termini di motivazione e, quindi, di produttività, che comporterà.
Infatti, mentre i premi aziendali sono assenti già da tempo, mentre si continuano ad ignorare le retribuzioni dei manager (escluso quella, scandalosa, dell’AD, che ha fatto il giro di tutti i media europei), mentre si richiede sempre più spesso la prestazione lavorativa fuori degli orari canonici e nei fine settimana, con questo atteggiamento “punitivo” sulle valutazioni si ottiene solo di demotivare chi deve effettuare un surplus di lavoro e, contemporaneamente, si mettono in difficoltà i preposti costretti ad abbassare valutazioni magari proprio a danno di chi è chiamato ad un impegno aggiuntivo elevato anche durante i week end.
D’altro canto è da tempo che l’attuale management, pur bravo nel riportare nei passati bilanci della Banca cifre più reali relativamente all’avviamento di Antonveneta ed ai crediti a contenzioso, per gli altri aspetti di bilancio dimostra solo di saper tagliare i costi del personale (ed esclusivamente da una certa posizione in giù, in effetti).
Adesso che il Monte deve ritornare alla redditività vera, ripagando gli investimenti effettuati negli ultimi tempi anche da importanti società estere, l’atteggiamento nei confronti dei lavoratori che produce demotivazione, timore e scoraggiamento diffusi dovrebbe lasciar posto alla valorizzazione del lavoro di tutti per recuperare il clima di orgoglio di appartenenza e di coesione sociale perduto negli ultimi anni.
LA RSA COG polo di Siena