Il commissario Almunia conferma i colloqui in corso
BRUXELLES. ”Abbiamo colloqui in corso, ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna notifica formale”, ha riferito’ il commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia, rispondendo a chi chiedeva quanto la Commissione Ue prenderà un decisione sugli aiuti garantiti a Monte Paschi Siena attraverso i cosiddetti ‘Monti-bond’.
Ieri, la Commissione Bilancio del Senato ha bocciato l’emendamento che modificava le modalità di pagamento degli interessi sui Monti-Bond da parte della banca senese nel caso la stessa si trovasse, a causa delle perdite d’esercizio, in situazioni di incapienza. Le nuove disposizioni comunitarie escludono, in caso di incapienza del debitore, il ”periodo di grazia” cioe’ l’esenzione dal pagamento degli interessi che invece era previsto per i Tremonti-bond, gia’ emessi dal Monte per 1,9 miliardi nel 2009 e che, ora in base alle nuove normative comunitarie, devono essere trasformati in Nuovi Strumenti Finanziari, i cosidetti Monti-bond. L’emendamento bocciato, che correggeva in parte quanto disposto dall’esecutivo nello scorso luglio, prevedeva che la banca potesse corrispondere, in caso di incapienza, gli interessi dovuti emettendo altri Monti-bond, dunque indebitandosi ulteriormente verso lo Stato, oppure ricorrendo all’emissione di nuove azioni ordinarie a prezzi di mercato, in quest’ultimo caso allineandosi alle disposizioni comunitarie.
Nella prima versione del governo, in caso di incapienza, la quota interessi veniva invece corrisposta valutando le nuove azioni da emettere sul valore di libro (patrimonio netto). Una differenza non trascurabile, agli attuali prezzi di borsa del Monte, con l’adozione dei prezzi di mercato il Tesoro potrebbe diventare azionista della banca senese con un quota fino al 15%, nella originaria versone del decreto ci si fermava intorno 3%.
Nell’emendamento bocciato, la previsione di corrispondere interessi con l’emissione di altri Monti-bond anch’essi sottoscritti dal Tesoro, evitava comuque allo Stato di entrare nel capitale del Monte ma aumentava l’esposizione creditizia del Tesoro verso la banca senese.
Al momento, dopo quanto deciso ieri dalla Commisione Bilancio, resta in piedi, in caso di incapienza del debitore, solo l’opzione di corrispondere gli interessi assegnando gratuitamente al Tesoro nuove azioni Mps valutate a prezzo di mercato, ricalcando cosi’ le disposizioni comunitarie C 2011- 8744, in vigore dal gennaio 2012. L’emendamento bocciato spostava anche dal 31 dicembre 2012 al 31 genniaio 2013 il termine per l’emissione dei Monti-bond.
Ieri, la Commissione Bilancio del Senato ha bocciato l’emendamento che modificava le modalità di pagamento degli interessi sui Monti-Bond da parte della banca senese nel caso la stessa si trovasse, a causa delle perdite d’esercizio, in situazioni di incapienza. Le nuove disposizioni comunitarie escludono, in caso di incapienza del debitore, il ”periodo di grazia” cioe’ l’esenzione dal pagamento degli interessi che invece era previsto per i Tremonti-bond, gia’ emessi dal Monte per 1,9 miliardi nel 2009 e che, ora in base alle nuove normative comunitarie, devono essere trasformati in Nuovi Strumenti Finanziari, i cosidetti Monti-bond. L’emendamento bocciato, che correggeva in parte quanto disposto dall’esecutivo nello scorso luglio, prevedeva che la banca potesse corrispondere, in caso di incapienza, gli interessi dovuti emettendo altri Monti-bond, dunque indebitandosi ulteriormente verso lo Stato, oppure ricorrendo all’emissione di nuove azioni ordinarie a prezzi di mercato, in quest’ultimo caso allineandosi alle disposizioni comunitarie.
Nella prima versione del governo, in caso di incapienza, la quota interessi veniva invece corrisposta valutando le nuove azioni da emettere sul valore di libro (patrimonio netto). Una differenza non trascurabile, agli attuali prezzi di borsa del Monte, con l’adozione dei prezzi di mercato il Tesoro potrebbe diventare azionista della banca senese con un quota fino al 15%, nella originaria versone del decreto ci si fermava intorno 3%.
Nell’emendamento bocciato, la previsione di corrispondere interessi con l’emissione di altri Monti-bond anch’essi sottoscritti dal Tesoro, evitava comuque allo Stato di entrare nel capitale del Monte ma aumentava l’esposizione creditizia del Tesoro verso la banca senese.
Al momento, dopo quanto deciso ieri dalla Commisione Bilancio, resta in piedi, in caso di incapienza del debitore, solo l’opzione di corrispondere gli interessi assegnando gratuitamente al Tesoro nuove azioni Mps valutate a prezzo di mercato, ricalcando cosi’ le disposizioni comunitarie C 2011- 8744, in vigore dal gennaio 2012. L’emendamento bocciato spostava anche dal 31 dicembre 2012 al 31 genniaio 2013 il termine per l’emissione dei Monti-bond.