SIENA. “Il badante di Che Guevara” è un libro in cui circolano sentimenti e emergono temi umani fondamentali: il rapporto tra generazioni, la vecchiaia, l'impegno dell'uomo politico, ma anche la difficoltà di vivere in un Paese che non è il tuo, affrontando un'intolleranza razziale, ma anche e sopratutto culturale. Su queste grandi questioni si sono confrontati ieri (26 agosto), il parlamentare democratico Franco Ceccuzzi, l’autore Mario Castelnuovo, cantautore all’esordio da scrittore, e il giornalista Daniele Magrini. L’occasione è stata il secondo appuntamento con “Aperilibri”, lo spazio dedicato alla letteratura e all’approfondimento della Festa provinciale del Partito democratico di Siena.
“Ho scritto un piccolo libro che avrei voluto comprare. Un libro – ha detto Mario Castelnuovo – che si sforzasse di parlare del confronto scontro tra due generazioni dove il giovane e il vecchio dialogano, si confrontano e imparano l’uno dall'altro. I due protagonisti, il senatore e il giovane Drogo, hanno in comune la stessa fede politica, il comunismo, ma sono però diversissimi in tutto il resto: il passato, il paese d’origine, la vita trascorsa, le prospettive di futuro. L’interrogativo che corre lungo tutto il libro è questo: cosa conterà di più, l’ideologia che li unisce o ciò che li divide? “Sullo sfondo di questo racconto – ha detto Castelnuovo – c’è anche un altro grande tema: quello dell’immigrazione e dell’indifferenza. Tornati a casa dopo aver compiuto il loro piccolo gesto rivoluzionario – ha raccontato l’autore, citando il passaggio conclusivo del romanzo – si avvicina ai due una pattuglia della polizia, che gli sfreccia accanto noncurante. Drogo ha paura, il senatore no: sa che non c’è niente di più invisibile di un vecchio su una carrozzina spinta da un extracomunitario”.
Di ruolo, impegno e coerenza dell’uomo politico, ma anche di eguaglianza, ha parlato Franco Ceccuzzi, parlamentare Pd: “Il valore dell’eguaglianza, che emerge dai dialoghi sull’essenza del comunismo tra Drogo e il vecchio – ha detto il parlamentare – sembra oggi sepolto sotto le macerie del Muro di Berlino. Battersi per il suo raggiungimento rappresenta, invece, l’anelito a cui tendere nell’impegno impegno politico di ciascuno. Il senatore comunista uscito dalla penna di Castelnuovo capisce troppo tardi che avrebbe dovuto stare di più tra la gente; una riflessione quanto mai attuale. Il Partito democratico è nato per innovare il linguaggio, per essere la spinta del cambiamento, ma a differenza degli Stati Uniti con Obama, della Spagna con Zapatero, ed ancor prima la Gran Bretagna con Blair, l’Italia non ha ancora conosciuto una leadership popolare del centrosinistra capace di produrre una rottura generazionale e di contenuto, proprio perché sa parlare alle persone e SA interpretarne i bisogni. Il vecchio senatore riflette, ormai costretto su una sedia a rotelle, di non aver mai avuto un amico in tutta la vita tra i proletari. Ne difendeva i diritti, ma la sera usciva solo con medici, avvocati e colleghi”. “Un partito – ha detto Ceccuzzi – non può permettersi di allontanarsi delle persone per parlare di se stesso. Rinnovare ogni giorno l’empatia con la gente deve essere un obiettivo che non dobbiamo smarrire”.
“Ho scritto un piccolo libro che avrei voluto comprare. Un libro – ha detto Mario Castelnuovo – che si sforzasse di parlare del confronto scontro tra due generazioni dove il giovane e il vecchio dialogano, si confrontano e imparano l’uno dall'altro. I due protagonisti, il senatore e il giovane Drogo, hanno in comune la stessa fede politica, il comunismo, ma sono però diversissimi in tutto il resto: il passato, il paese d’origine, la vita trascorsa, le prospettive di futuro. L’interrogativo che corre lungo tutto il libro è questo: cosa conterà di più, l’ideologia che li unisce o ciò che li divide? “Sullo sfondo di questo racconto – ha detto Castelnuovo – c’è anche un altro grande tema: quello dell’immigrazione e dell’indifferenza. Tornati a casa dopo aver compiuto il loro piccolo gesto rivoluzionario – ha raccontato l’autore, citando il passaggio conclusivo del romanzo – si avvicina ai due una pattuglia della polizia, che gli sfreccia accanto noncurante. Drogo ha paura, il senatore no: sa che non c’è niente di più invisibile di un vecchio su una carrozzina spinta da un extracomunitario”.
Di ruolo, impegno e coerenza dell’uomo politico, ma anche di eguaglianza, ha parlato Franco Ceccuzzi, parlamentare Pd: “Il valore dell’eguaglianza, che emerge dai dialoghi sull’essenza del comunismo tra Drogo e il vecchio – ha detto il parlamentare – sembra oggi sepolto sotto le macerie del Muro di Berlino. Battersi per il suo raggiungimento rappresenta, invece, l’anelito a cui tendere nell’impegno impegno politico di ciascuno. Il senatore comunista uscito dalla penna di Castelnuovo capisce troppo tardi che avrebbe dovuto stare di più tra la gente; una riflessione quanto mai attuale. Il Partito democratico è nato per innovare il linguaggio, per essere la spinta del cambiamento, ma a differenza degli Stati Uniti con Obama, della Spagna con Zapatero, ed ancor prima la Gran Bretagna con Blair, l’Italia non ha ancora conosciuto una leadership popolare del centrosinistra capace di produrre una rottura generazionale e di contenuto, proprio perché sa parlare alle persone e SA interpretarne i bisogni. Il vecchio senatore riflette, ormai costretto su una sedia a rotelle, di non aver mai avuto un amico in tutta la vita tra i proletari. Ne difendeva i diritti, ma la sera usciva solo con medici, avvocati e colleghi”. “Un partito – ha detto Ceccuzzi – non può permettersi di allontanarsi delle persone per parlare di se stesso. Rinnovare ogni giorno l’empatia con la gente deve essere un obiettivo che non dobbiamo smarrire”.
Nato a Roma, ma con radici toscane, Castelnuovo è stato un esponente della canzone italiana d’autore, famoso per la sua ricerca poetica molto personale ed intima. Accanto all’attività di concertista, ha prodotto dischi ed è stato autore per altri artisti. Il libro “Il badante di Che Guevara” è in vendita presso la libreria della Festa.