SIENA. Il pubblico della rassegna, ad ingresso libero, ‘Lunedilibri-Parole dal Mediterraneo’, organizzata insieme al Centro Gabrio Avanzati, incontrerà, lunedì prossimo (19 ottobre) alle 18 alla libreria Becarelli (viale Mameli, 14) Karim Metref, autore di Tagliato per l’esilio (Mangrovie editore). Lo scrittore e giornalista algerino, in questa raccolta di piccoli racconti, alcuni dei quali vissuti in prima persona, affronta il tema dell’esilio, inteso non tanto come fuga dalla propria terra, bensì come scelta consapevole per “cambiare aria… acquisire più libertà, un’altra libertà”.Karim non è fuggito dalla sua cultura. Non se ne vergogna. Come giustamente scrive. Voleva, semplicemente “vedere altro”. Confrontarsi con la diversità del suo mondo. Una scintilla di forte curiosità innescatagli, in gran parte, dal suo bagaglio culturale. Lui ha studiato. Proviene da una famiglia dove anche il nonno, in pieno periodo colonialista, era una persona istruita.“Partire e poter assumere la mia cultura per scelta mia e non per costrizione dovuta all’azzardo di una nascita in un paesino sperduto della montagna cabila (nel centro nord dell’Algeria)… Tale era il mio sogno”.Con Tagliato per l’esilio il tema dei migranti apre, nel lettore, uno spazio parallelo per conoscere usanze e costumi di popoli geograficamente vicini, ma lontanissimi per il loro modo di vivere e per le dinamiche e regole familiari.
Questo mondo è presentato in parallelo con la nostra cultura italiana dove, sempre più, sembra urgente una sorta di patto dell’amicizia, proprio con persone che, come Karim, sanno benissimo dove cercare l’interpretazione sociale e religiosa giusta. Un patto di amicizia attraverso il quale individuare un modello di convivenza rispettoso dell’individuo in quanto tale. In questo piccolo, ma delizioso libro, traspare tutto ciò, mescolandosi dentro atmosfere diverse, come diversi sono i Paesi toccati dai protagonisti; e, ovunque, dalle valli mozzafiato della Cabilia, ai grigi vicoli di Genova, alla squallida mansarda di Milano, sembra levarsi il profumo di menta e l’odore del burnus, il tradizionale mantello di montone indossato, o nostalgicamente, ricordato dai personaggi.
Questo mondo è presentato in parallelo con la nostra cultura italiana dove, sempre più, sembra urgente una sorta di patto dell’amicizia, proprio con persone che, come Karim, sanno benissimo dove cercare l’interpretazione sociale e religiosa giusta. Un patto di amicizia attraverso il quale individuare un modello di convivenza rispettoso dell’individuo in quanto tale. In questo piccolo, ma delizioso libro, traspare tutto ciò, mescolandosi dentro atmosfere diverse, come diversi sono i Paesi toccati dai protagonisti; e, ovunque, dalle valli mozzafiato della Cabilia, ai grigi vicoli di Genova, alla squallida mansarda di Milano, sembra levarsi il profumo di menta e l’odore del burnus, il tradizionale mantello di montone indossato, o nostalgicamente, ricordato dai personaggi.