SIENA. Alle Logge del Papa, Potere al Popolo, assieme ad altre associazioni, collettivi e partiti, ha indetto un presidio per condannare l’invasione del Rojava e della Siria del Nord da parte della dittatura di Erdogan.
“Questo atto sconsiderato da parte della Turchia, membro della NATO, non solo provocherà migliaia di vittime tra i Curdi (quelli che hanno sconfitto praticamente da soli l’ISIS), ma scatenerà nuovamente la guerra in quei territori. Il Medio Oriente continuerà ad essere al centro dello scontro e dell’attenzione di stati che cercano, attraverso la guerra, di espandere i propri interessi economici e geopolitici. E per fare questo, tutti gli attori regionali ed internazionali coinvolti, dagli USA alla Russia, dall’Iran all’Unione Europea, sono ben disposti a lasciare che la Turchia continui la sua guerra al movimento kurdo. In particolare, l’Unione Europea si nasconde anche dietro il ricatto dei profughi e dell’invasione migratoria che Ankara minaccia di creare. Le forze curde hanno già annunciato una ferma resistenza contro un intervento militare turco, facendo sapere che difenderanno il proprio territorio ad ogni costo. Noi scenderemo in piazza per dimostrare solidarietà al popolo curdo, per smascherare le responsabilità dei nostri governi, chiedere lo stop della vendita delle armi alla Turchia e per lanciare una campagna di boicottaggio dell’economia dello stato turco”.
Il comunicato della Cgil
“Alla luce delle molte vittime e profughi di cui abbiamo già notizia – spiega il sindacato – è indispensabile ed urgente una forte e decisa azione diplomatica, come già espresso in una lettera inviata da Arci, Anpi, Cgil e Legambiente nazionali al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri, alla Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, alla Presidente della Commissione Europea, all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e al Presidente del Parlamento Europeo”.
“La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi – sottolinea la CGIL – che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e la serenità dell’Europa, del nostro Paese e di noi tutti. L’esercito, formato interamente da donne e uomini di etnia curda, è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile, e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetta di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e l’indipendenza dei loro territori”.
“E’ necessario – conclude il sindacato – che cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda, per dare mandato senza esitazioni ad una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini e il diritto internazionale”.