Le grandi riforme non si fanno solo per calcolo economico ma occorre la partecipazione convinta della gente, che non è mossa solo dal calcolo economico
TORRITA DI SIENA. E’ ormai imprescindibile prendere atto della necessità per gli Enti Pubblici di ogni livello di ridurre i costi della macchina amministrativa attraverso l’accorpamento degli uffici e la semplificare delle procedure. Questo vale per l’amministrazione centrale come per quella periferica. In particolare per l’ente “Comune” occorre prendere atto di questa esigenza. Fermo restando tutto ciò non possiamo tuttavia ridurre tutto il dibattito ad un discorso solo economicistico. Occorre tenere conto anche del sentimento della gente e della storia che lega una comunità al suo territorio ed ai suoi simboli. Le grandi riforme non si fanno solo per calcolo economico ma occorre anche la partecipazione convinta della gente, che non è mossa solo dal calcolo economico. La costruzione dell’Europa è stata possibile non solamente per i vantaggi commerciali ma per una comunanza di valori da trasmettere alle generazioni future ed al resto del mondo. Trasferendo questo concetto in un ambito più terra terra, alla ipotizzata fusione tra i Comuni di Montepulciano e di Torrita, se i cittadini torritesi decidessero di intraprendere questa strada gli amministratori dovranno certamente tenere conto dei vantaggi in termini di risparmio di costi e di nuove risorse finanziarie a disposizione, ma non dovranno sottovalutare il rischio della cancellazione dell’identità del Comune di Torrita, data la diversa dimensione delle due realtà comunali, ed evitare che questa fusione si trasformi in una incorporazione. A questo proposito, fermo restando che nell’ipotesi di fusione la denominazione della nuova realtà amministrativa dovrà essere Montepulciano-Torrita di Siena, inclusi ambedue gli stemmi, e dovrà essere mantenuto l’Ufficio Anagrafe, si possono individuare vari percorsi per evitare che Torrita diventi una semplice frazione del nuovo supercomune. Innanzitutto i vecchi Palazzi Comunali di Torrita e Montepulciano dovrebbero rappresentare entrambi la sede ufficiale della nuova realtà amministrativa, con tanto di simboli e bandiere. E qui possiamo sbizzarrirci in varie ipotesi riguardo a come utilizzare la struttura del Palazzo Comunale di Torrita. Solo a titolo esemplificativo, visto che nella bozza di accordo per la fusione che sta circolando si parla di Torrita come principale polo produttivo, l’assessorato alle Attività Produttive potrebbe aver sede nel Palazzo Comunale di Torrita, come, sempre a titolo ipotetico, un eventuale assessorato alla Sanità, visto la presenza a Torrita del servizio di zona di veterinaria, medicina del lavoro e igiene pubblica, oppure quello relativo ai servizi sociali, in considerazione della maggiore frammentazione del tessuto sociale di Torrita rispetto a quello di Montepulciano. Chiaramente, gli eventuali assessorati o sottoassessorati ipotizzati o ipotizzabili dovrebbero essere poi dotati degli uffici di supporto. Inoltre, visto che i simboli hanno un loro significato per le persone, si potrebbe stabilire che almeno un paio di volte all’anno i Consigli Comunali dovranno essere convocati nel Palazzo Comunale di Torrita. Sviluppando, poi, il concetto di identità, sarebbe fondamentale creare, sulla falsariga di ciò che avviene nei grandi centri, con meccanismi da individuare e con funzioni da stabilire (probabilmente solo consultive), due municipalità, quella di Montepulciano e quella di Torrita, con sede nei rispettivi Palazzi Comunali. Infine, anche se può avere un significato quasi semplicemente simbolico, nello statuto del nuovo Comune sarebbe opportuno prevedere un procedimento che per il futuro, almeno fino a quando lo Stato centrale non farà una riforma generale delle amministrazioni locali, dia la possibilità alle due municipalità di recedere disgiuntamente dalla fusione.
Paolo Malacarne
Ex vice-sindaco e assessore del Comune di Torrita per il Partito Socialista