Relatore dell'incontro è il professor Pileri che presenterà il progetto di "bilancio di responsabilità alimentare"
SIENA. L’Associazione Officina Solidale invita all’incontro con l’esperto di suolo Paolo Pileri, professore di Pianificazione Territoriale e Ambientale al Politecnico di Milano, Cibo sano in suolo sano- Perché è così importante conoscere il suolo. Perché dobbiamo difenderlo. L’appuntamento è fissato per martedì 8 novembre, ore 18.30 presso Biovita (strada Massetana Romana 54, Siena).
Il cibo è sano (e buono), quando il suolo è sano. Tutto quello che arriva sui nostri piatti, come nei nostri bicchieri, dipende da come trattiamo il suolo, da quanto lo conosciamo e salvaguardiamo. Questo il tema dell’incontro con Paolo Pileri, professore di Pianificazione Territoriale e Ambientale al Politecnico di Milano e autore del libro “Cosa c’è sotto” (Altreconomia), organizzato dall’associazione Officina Solidale (www.officinasolidale.it/) nei locali del ristorante/market Biovita (strada Massetana Romana 54, Siena) martedì 8 novembre alle ore 18.30. Dopo l’incontro sarà possibile fermarsi per cena (da 13€).
“Se oggi non vediamo il legame tra asparagi nel nostri piatto e il suolo agricolo là fuori – né lo vedono i nostri giovani – significa che dobbiamo prima ricomporre questa disgiunzione così profonda e strutturale”, scrive Pileri nel suo libro che illustra in modo rigoroso e chiaro come funziona lo straordinario laboratorio biochimico che abbiamo sotto i nostri piedi e quali e quanti servizi rende al pianeta (non solo la produzione di cibo, ma, tra gli altri, anche la depurazione delle acque e il controllo delle concentrazioni di gas in atmosfera).
La riflessione di Pileri porta a una proposta concreta per responsabilizzare ciascun Comune rispetto all’uso dei suoli nei piani urbanistici: il bilancio di responsabilità alimentare. “Prima di decidere sull’uso urbano dei suoli agrari, ogni Comune dovrebbe essere obbligato a calcolare preventivamente il proprio “bilancio di responsabilità alimentare locale, consistente nella stima dei prodotti agricoli producibili con i propri terreni agricoli”, scrive Pileri.