I veri dati ricavati dai documenti progettuali della società
AMIATA. Da Sos Geotermia/Rete Nogesi riceviamo e pubblichiamo.
“Ci sarebbe mancato che fosse destinata a sparire la Riserva Naturale del Pigelleto, con il progetto presentato da Sorgenia Geothermal per la costruzione della Centrale di Saragiolo, per completare il quadro della devastazione ambientale collegata a questo intervento!
Invece no, bontà loro, la Riserva rimarrà intatta, almeno dal punto di vista paesaggistico, mentre pesanti interrogativi rimangono sulle conseguenze che i lavori per la costruzione e successivamente per il funzionamento dell’impianto avranno sulla flora e sulla fauna di un’area immediatamente contigua alla Riserva Naturale.
Chi ha partecipato alla passeggiata “Camminiamo per conoscere” di Domenica 6 Ottobre ha avuto modo di rendersi pienamente conto dell’assurdità della richiesta di Sorgenia Geothermal, avallata in pieno dalla Regione Toscana, di realizzare una centrale all’interno di quel contesto ambientale, caratterizzato da un fitto bosco di conifere e querce, probabilmente di pregio naturalistico non eccelso ma del tutto comparabile con quelli circostanti, come afferma la stessa Società nei suoi documenti progettuali, tanto da arrivare a sostenere che gli animali che attualmente lo popolano potranno benissimo trovare rifugio in aree adiacenti!
Certo è che (dati Sorgenia) far sparire tre ettari di bosco, fra la centrale e la piazzola di estrazione, oltre ad un altro ettaro e mezzo fra la cabina di trasformazione e l’altra piazzola di riserva PM5 (equivalenti a 9 campi da calcio da m. 50×100), con sbancamenti di oltre sette metri e riporti di cinque, sostituito da una pavimentazione in calcestruzzo su cui, fra l’altro, troverà posto la batteria delle torri refrigeranti costituite da 56 elementi per una superficie totale di 4.600 mq. (poco meno, questa soltanto, di un campo da calcio), che sprigioneranno una pressione sonora (rumore) di 106,8 dB(A) per 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, costringerà qualsiasi forma vivente in grado di muoversi a trovare rifugio in altri luoghi, magari maledicendo chi ha provocato tale sconquasso.
Per fare cosa, poi? 5 miseri MW di energia elettrica, spostando da una parte all’altra del sottosuolo, alla profondità di circa 1.300 m., fino a 750 tonnellate all’ora di fluido geotermico (pari a quello che mobilita ENEL per le sue cinque centrali con una potenza complessiva di 120 MW), ipotizzando, senza averne alcuna prova diretta, che questo spostamento possa dar luogo ad un circuito virtuoso in grado di non produrre danni né dal punto di vista della subsidenza nelle zone di prelievo né della sismicità indotta in quelle di reiniezione: chi può dire che sarà davvero così?
Il fatto è che il progetto di Sorgenia Geothermal è già stato ammesso a ricevere incentivi dallo Stato: una volta avviato l’impianto, che al massimo avrà un costo di 70 milioni di euro, la Società riceverà 8 milioni di euro per 25 anni, e quindi, complessivamente, 200 milioni, mentre attraverso la vendita dell’energia prodotta riscuoterebbe in totale, ai prezzi attuali, meno di 70 milioni: di fronte a queste cifre si capisce anche perché essa si dichiari disponibile ad impegnarsi in attività di sostegno allo sviluppo socio-economico dei territori interessati!
Ma questo è anche il motivo per cui i Comitati sostengono l’assoluta necessità di eliminare gli incentivi pubblici alla geotermia elettrica, speculativa ed inquinante, causa principale del disastro territoriale a cui stiamo assistendo”.