TOSCANA. Si può condensare il giudizio della Rete NoGESI sulle Linee guida delle ANI (Aree Non Idonee alla Geotermia), approvate con la Delibera di Giunta regionale Toscana n. 516 il 15 maggio scorso, parafrasando un “toscanaccio” come Bartali: «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!».
Recepire le disposizioni del DM Mise del 10/9/2010 con 7 anni di ritardo, che diventano 14 se si prende a riferimento il Decreto Bersani del 2003, con una evidente forzatura a favore dei produttori di energia geotermica, già indica che la regione Toscana, sul tema, parte col piede sbagliato.
Ma per non avvalorare le accuse di NIMBY e dei SEMPRE NO che ci vengono mosse, premesso e sottolineato che oggi, in Italia, non serve altra produzione di energia, tanto più se fatta con impianti inquinanti, e foraggiata con incentivi pubblici come la geotermia, siamo disposti ad ogni confronto ed anche ad entrare nel merito della citata Delibera 516/17 e puntualizzare quelle che, secondo noi, sono le carenze, le omissioni ed i falsi ivi contenuti.
Per questo, presa carta e penna, il 14 giugno u.s. abbiamo scritto a Rossi, alla sua Giunta ed al Consiglio regionale tutto, mettendone a conoscenza tutte la amministrazioni locali, nonché le Regioni limitrofe interessate allo stesso tema della geotermia.
Abbiamo messo da parte la questione sanitaria e della mortalità in Amiata, sulla quale abbiamo prodotto documentazione e iniziative continue negli ultimi anni, ma che, nella fattispecie, trattandosi di “linee guida”, riguardano le regole “future” e non già i danni passati e presenti che, ribadiamo, ci sono.
Abbiamo individuato, per meglio far intendere, 12 punti di contestazione nel merito: 1.SISMICITA’ E SUBSIDENZA: è del tutto assente la definizione di criteri che tengano conto della accertata correlazione tra geotermia e sismicità; 2. ACQUA: sono assenti criteri di valutazione sulla correlazione tra attività geotermica e bacini idropotabili che pure è accertata; 3. CASE E CENTRI ABITATI: mancano criteri che prevedano la valutazione e la definizione di salvaguardie rispetto ai centri abitati come delle abitazioni; 4. CAPACITA’ TECNICO/ECONOMICA: sono assenti criteri di valutazione della effettiva capacità tecnica, ma soprattutto economica di chi si propone per realizzare gli impianti; 5. DEMOCRAZIA: è escluso qualsiasi coinvolgimento, salvo la mera “informazione”, della popolazione dei territori coinvolti da eventuali progetti, azzerando quindi ogni garanzia democratica di partecipazione ai processi decisionali; 6. QUESTIONE AMIATA: irrisolta la contraddizione di quanto indicato dal PAER (Piano energetico della Regione Toscana) e ribadito da tutti gli amministratori sul raggiungimento del limite di equilibrio per quanto riguarda la geotermia che doveva quindi escludere “di default” l’Amiata dalle zone geotermiche e, quindi, i comuni limitrofi; 7. MERCURIO: pure sottaciuta la grave emergenza mercurio (arrivata attraverso Paglia e Tevere a sud, e Cecina e Cornia a nord, fino al Tirreno) coinvolgendo peraltro anche Umbria e Lazio; 8. BUGIE SULLE STIME DI ENERGIA: gli stessi dati del PAER in relazione alla necessità di fonti alternative (FER) previste dal cd.”burder sharing” ci dicono che al 2020 avremo addirittura superato le quote imposte, utilizzando solo gli incrementi previsti per fotovoltaico e idroelettrico! 9. FALSO STORICO E IDEOLOGICO: si continua a ripetere il mantra che esisterebbero ben 17 comuni ” vocati storicamente alla geotermia”, ma se questo può essere parzialmente riscontrato nell’area nord, e comunque con notevoli eccezioni ambientali, è un vero e proprio falso storico per l’Amiata, dove, a parte le vecchie e dismesse centrali di Piancastagnaio, tutti gli altri comuni non hanno mai avuto l'”onore” di ospitare centrali negli ultimi anni ed oggi l’unico altro comune sede di impianti è Santa Fiora. Peggio ancora è il “falso ideologico” del cd. “Distretto Geotermico”, una zona industriale tutta dedita alla geotermia ed ai suoi mirabolanti effetti economici: l’unica area assimilabile a tale fantasiosa idea è l’area nord, ormai tra le aree più povere della Toscana per la quale recentemente si è deliberata ‘l’area di crisi”, che la dice lunga sul decantato sviluppo… 10. TECNOLOGIE GEOTERMICHE: fermo restando quanto ribadito in premessa ed anche al punto 8, non si trovano, nelle linee guida, criteri che obblighino l’utilizzo e la ricerca di tecnologie di nuova generazione (BHE) che pure sono in studio …all’estero; 11. SINDACI: la Regione certamente ha sempre sottovalutato l’importanza dei comitati che, spontaneamente, sorgono in ogni luogo ove si prospetti una nuova centrale, ma -secondo noi- oggi stanno anche sottovalutando il cambio di posizione e/o il sorgere di perplessità da parte dei Sindaci che sono quelli che hanno il polso della situazione nei territori e che, pur appartenendo alla stessa area politica della giunta, non nascondono la loro contrarietà a modalità di imposizioni dall’alto; 12. UNA LEGGE ORGANICA SULLA GEOTERMIA: che tenga conto della non effettiva necessità di ulteriore produzione elettrica da fonti geotermiche, delle caratteristiche turistiche e delle produzioni di qualità del territorio toscano, che apra un necessario dibattito in Consiglio regionale circa la non maturità delle attuali tecnologie geotermiche, ricordando che le competenze in materia risiedono ancora totalmente nelle Regioni sia per gli “impianti regionali” sia per quelli “pilota”, dopo il fallimento del governo Renzi sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016, sonoramente bocciata dagli italiani.
Crediamo che ce ne sia abbastanza affinché la Regione scelga di “rivedere” la politica energetica e il rapporto con i suoi territori, evitando laceranti contrapposizioni con le popolazioni, ma anche con i suoi stessi amministratori. La Rete NoGESI si rende disponibile, come sempre, al confronto ed auspica che la Regione voglia cogliere l’occasione per riaprire un dialogo costruttivo coinvolgendo TUTTI gli attori, a cominciare dai cittadini, dai comitati e dai sindaci.
Rete Nazionale NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)